PULP FICTION
Regia: Quentin Tarantino
Cast: John Travolta (Vincent), Samuel L. Jackson (Jules), Uma Thurman (Mia), Harvey Keitel (Wolf), Tim Roth (Pumpkin), Amanda Plummer
(Honey Bunny), Maria de Medeiros (Fabienne), Ving Rhames (Marsellus), Eric Stoltz (Lance), Rosanna Arquette (Jody), Christopher Walken (Koons), Bruce Willis (Butch).
Trama: Una coppia di piccoli delinquenti, due killer in "bianco e nero", che sbrigano allegramente le loro pratiche di esattori-esecutori, la moglie di un boss alle prese con la noia e la cocaina, un pugile costretto a lasciare in fretta e furia la città ma che deve prima recuperare l'orologio regalatogli dal padre... Storie e personaggi che si incrociano in un film che è già diventato una classico della storia del cinema, e anche un modello culturale di fine secolo.
pulp n. 1. Un morbido, umido, ammasso di materia senza forma.
2. Una rivista o un libro contenente un argomento scandaloso e generalmente stampato su carta ordinaria.
New College Edition
RINGO: No, è troppo rischioso. Ho chiuso con queste stronzate.
YOLANDA: Dici sempre così, ogni volta la stessa storia: "Ho chiuso, mai più, è troppo pericoloso...".
RINGO: Lo so che lo dico sempre, ho anche ragione.
YOLANDA: Ma tendi a dimenticartene dopo un giorno o due.
RINGO: Ma i giorni in cui dimentico sono finiti. Stanno per cominciare i giorni in cui ricordo.
YOLANDA: Lo sai cosa sembri quando attacchi con questa menata?
RINGO: Un fottuto uomo pieno di buonsenso. Ecco cosa sembro.
YOLANDA: Sei tale e quale a un'anatra. Qua, qua, qua, qua, qua!
RINGO: Tira il fiato, perché l'anatra non la sentirai più. Visto che non lo farò mai più, non mi sentirai più fare quack dicendo che non lo farò più.
YOLANDA: Dopo stasera?
RINGO: Esatto, ho tutta la sera per fare quack.
CAMERIERA: Desiderate ancora un po' di caffè?
YOLANDA: Oh, sì. Grazie tante.
CAMERIERA: Prego.
RINGO: Come stanno le cose adesso, c'è lo stesso rischio di una rapina in banca. Anzi, più di un rischio: le banche sono più facili. Quelle federali non debbono fermarti in nessun modo durante una
rapina. Sono assicurate, non gliene frega un cazzo. Vai senza pistola in una banca federale. Ho sentito di uno che è entrato in una banca con un telefono portatile. Da' il telefono al cassiere. Una
voce dall'altro capo del telefono dice: "Abbiamo la figlioletta di quest'uomo, se non gli date tutti i vostri soldi la uccideremo".
YOLANDA: Ha funzionato?
RINGO: Ha funzionato sì, è questo che voglio dire. Un coglione entra in una banca solo con un telefono. Non con una pistola, non con un fucile, ma con un cazzo di telefono. Li ripulisce e quelli non
alzano nemmeno un dito, tutto qua.
YOLANDA: La bambina è rimasta ferita?
RINGO: Non lo so, probabilmente quella bambina non è mai esistita, ma... qui la faccenda non è la bambina, qui la faccenda è: una rapina in banca con un telefono.
YOLANDA: Vuoi rapinare le banche?
RINGO: Non dico rapiniamo le banche. Ti sto solo illustrando che sarebbe più facile di quello che facciamo.
YOLANDA: Niente più negozi di liquori?
RINGO: Non senti quando parlo? Sì, niente più negozi di liquori! E poi non c'è più lo sfizio di una volta, ormai sono in mano a troppi stranieri: vietnamiti, coreani... non parlano neanche la tua
lingua. Gli dici :"svuota il registratore di cassa", non sanno di che cazzo parli. Ne fanno un fatto personale. Uno di questi musi gialli ci costringerà ad ammazzarlo, vedrai, tu. Vedrai.
YOLANDA: Ma io non voglio ammazzare nessuno.
RINGO: Perché, credi che io voglia ammazzare qualcuno? Ma magari ci mettono in una situazione in cui o noi o loro. E se non saranno i musi gialli saranno quei fottuti ebrei che posseggono il negozio
da quindici fottute generazioni. Troveremo nonno Irving seduto dietro... dietro il bancone con la sua stronza Magnum in mano! Entra in questi posti armato solo di un telefono, e vedrai che fine fai!
Fanculo, scordatene! Basta, chiuso.
YOLANDA: Ma che vuoi fare? Vuoi cercare un impiego?
RINGO: Non in questa vita.
YOLANDA: E allora cosa?
RINGO: Garçon, caffè! Questo posto.
CAMERIERA: "Garçon" vuol dire ragazzo.
YOLANDA: Questo locale qua? Una caffetteria pidocchiosa?
RINGO: Che c'è di male? Nessuno rapina mai i ristoranti. Perché no? Bar, negozi di liquori, distributori di benzina ti spiaccicano la testa se ne assalti uno. I ristoranti, invece, cara, li becchi
con le braghe calate. Non si aspettano di essere rapinati. O se lo aspettano meno degli altri.
YOLANDA: Mangiano, bevono e ruttano. E non è sicuramente pieno di eroi un posto come questo.
RINGO: Proprio così! Esattamente come le banche, questi posti sono assicurati. Al direttore non gliene frega un cazzo, vuole solo farti uscire prima che cominci a sforacchiare i clienti. Le cameriere
fanno finta di niente, non stanno lì a beccarsi una pallottola per la cassa. Ma agli inservienti, mettiamo messicani, che prendono un dollaro e cinquanta l'ora, non gliene può fregare un cazzo se tu
gli derubi il padrone. I clienti, con la bocca piena, non capiscono che succede. Sono lì che mangiano un'omelette Denver e si ritrovano una pistola puntata in faccia. Vedi, l'idea mi è venuta
nell'ultimo negozio rapinato, te lo ricordi?
YOLANDA: Hm.
RINGO: Tutti quei clienti che entravano?
YOLANDA: Sì.
RINGO: E tu hai avuto l'idea di prendergli i portafogli,
YOLANDA: Hm-hm.
RINGO: Ora, quella era una buona idea.
YOLANDA: Grazie.
RINGO: C'erano più soldi nei portafogli che nella cassa.
YOLANDA: Sì, è vero.
RINGO: Un sacco di persone va al ristorante.
YOLANDA: Un sacco di portafogli.
RINGO: Mica male, eh?
YOLANDA: Mica male, certo!
RINGO: Eh...
YOLANDA: Sono pronta. Facciamolo, in questo momento. Sì, qui. Forza.
RINGO: D'accordo. Come l'ultima volta, ti ricordi bene? Tu pensi ai clienti, io mi occupo del personale.
YOLANDA: Ti amo, zucchino mio.
RINGO: Ti amo, coniglietta mia. Nessuno si muova! Questa è una rapina!
YOLANDA: E se per caso qualcuno di voi coglioni si azzarda a muoversi, io vi faccio secchi, brutti figli di puttana! Tutti, fino all'ultimo!
VINCENT VEGA: Bene.
JULES WINNFIELD: Allora, come sono questi hascisc bar?
VINCENT: Eh, come sono? Che vuoi sapere?
JULES: Eh... Lì l'hascisc è legale?
VINCENT: Sì, è legale, ma non al 100%. Voglio dire, non puoi entrare in un ristorante, rollarti una canna e metterti a spipacchiare. Insomma, ti lasciano fumare a casa tua o in certi posti ben
precisi.
JULES: Ossia gli hascisc bar.
VINCENT: Sì. La faccenda è così, ascolta: è legale comprarlo, è legale possederlo, e se sei il proprietario di un hascisc bar, è legale venderlo. È legale averlo addosso, ma... ma questo non importa
perché... sentimi bene ora: se vieni fermato da un un poliziotto ad Amsterdam, è illegale per lui perquisirti! Insomma, questo diritto i poliziotti ad Amsterdam non ce l'hanno.
JULES: Eh, amico, ci vado subito, non ci sono santi! Cazzo se ci vado!
VINCENT: Eh, eh, lo so che ti piacerebbe, bello, ah! Ma lo sai qual è la cosa più divertente dell'Europa?
JULES: Qual è?
VINCENT: Sono le piccole differenze. Voglio dire, laggiù hanno la stessa merda che abbiamo noi, ma solo... solo che lì è un po' diverso.
JULES: E come?
VINCENT: Beh, ecco, puoi entrare in un qualunque cinema di Amsterdam e comprarti una birra. E non sto parlando, che so, di un bicchiere di plastica, ma intendo un boccale di birra. E a Parigi puoi
comprare una birra da McDonald's. Sai come chiamano un quarto di libbra con formaggio a Parigi?
JULES: Non un quarto di libbra con formaggio.
VINCENT: Hanno un sistema metrico decimale, non sanno che cazzo sia un quarto di libbra.
JULES: E come lo chiamano?
VINCENT: Lo chiamano "Royale con formaggio".
JULES: Royale con formaggio!
VINCENT: Eh, già!
JULES: Come lo chiamano il Big Mac?
VINCENT: Beh, il Big Mac è il Big Mac. Lo chiamano "Le Big Mac".
JULES: Le Big Mac! Ah, ah, ah, ah, ah! E come lo chiamano il "Whopper"?
VINCENT: Non lo so, non sono stato al Burger King. Sai cosa mettono sulle patatine in Olanda al posto del ketchup?
JULES: Cosa?
VINCENT: La maionese.
JULES: Eeeh! Che schifo!
VINCENT: Eh, eh! Gliel'ho visto fare, amico, cazzo! Le affogano in quella merda gialla!
JULES: Dovremmo avere dei fucili per cose di questo tipo.
VINCENT: Quanti saranno?
JULES: Tre o quattro.
VINCENT: Compreso il nostro tizio?
JULES: Non ne sono sicuro.
VINCENT: Allora significa che potremmo arrivare anche fino a cinque.
JULES: Sì, è possibile.
VINCENT: Dovremmo avere dei fucili, cazzo. Lei come si chiama?
JULES: Mia.
VINCENT: Mia? E come ha conosciuto Marsellus?
JULES: Ah, e che ne so? Come si conoscono tutte le persone. Una volta faceva l'attrice.
VINCENT: Ah, davvero? Ha fatto qualcosa che ho visto?
JULES: Da quello che so, la cosa più grossa l'ha fatta in un "pilota".
VINCENT: Pilota? Che cazzo è un "pilota"?
JULES: Le conosci le serie in televisione?
VINCENT: Io non guardo la tv.
JULES: Sì, ma sarai certo al corrente che c'è un'invenzione chiamata televisione, e che su quest'invenzione ci sono le serie.
VINCENT: Sì!
JULES: In televisione, il modo per scegliere una serie è che fanno un episodio, l'episodio chiamato "pilota". Poi mostrano quell'episodio a gente che sceglie gli episodi e sul valore di
quell'episodio decidono se vogliono fare altri episodi. Alcun vengono scelti e diventano programmi televisivi e invece altri no, e diventano niente. Lei era in uno di quelli che è diventato
niente.
JULES: Ti ricordi di Antwan Rockamora? Mezzo nero, mezzo samoano, lo chiamavano Tony Rocky Horror?
VINCENT: Si, mi pare, quello grasso, no?
JULES: Io non me la sentirei di chiamarlo grasso, ha problemi di peso, poveraccio, che deve fare? È Samoano.
VINCENT: Credo di sapere di chi parli. E allora?
JULES: Beh, Marsellus gli ha dato una bella ripassata. In giro corre voce che è successo per colpa della moglie di Marsellus Wallace.
VINCENT: Che cosa ha fatto, se l'è scopata?
JULES: No, no, no, no, niente di cosi' grave.
VINCENT: E cosa, allora?
JULES: Le ha fatto un massaggio ai piedi.
VINCENT: Un massaggio ai piedi.
JULES: Hm-hm.
VINCENT: Tutto qui?
JULES: Hm-hm.
VINCENT: E allora Marsellus che ha fatto?
JULES: Ha mandato a casa sua un paio di scagnozzi, lo hanno portato sulla veranda e l'hanno buttato di peso fuori dal balcone. Il negro s'è fatto un volo di quattro piani. Di sotto c'era... c'era un
giardinetto ben curato, col tetto di vetro, come quello delle serre. Il negro c'è passato attraverso. E da allora non è capace di esprimersi molto chiaramente.
VINCENT: Cazzo, un vero peccato.
JULES: Hm-hm.
VINCENT: Però bisogna ammetterlo, quando uno gioca col fuoco prima o poi si brucia.
JULES: Che vuoi dire?
VINCENT: Ma che non si va a fare un massaggio ai piedi alla nuova moglie di Marsellus Wallace
JULES: Secondo te non ha esagerato.
VINCENT: Beh, Antwan probabilmente non si aspettava che lui reagisse come ha fatto, ma doveva pur aspettarsi una reazione.
JULES: Ma era un massaggio ai piedi, non è niente. Io lo faccio sempre a mia madre.
VINCENT: no, è mettere le mani in modo intimo sulla nuova moglie di Marsellus Wallace. Voglio dire, è così grave come se gliela avesse leccata, no, ma è lo stesso fottuto campo da gioco.
JULES: Oooh, aspetta, fermo lì. Leccargliela a una troia e farle un massaggio ai piedi non è esattamente la stessa cosa.
VINCENT: Non lo è, ma è lo stesso campo da gioco.
JULES: Non è neanche lo stesso campo da gioco, cazzo. Ora senti, forse il tuo metodo di massaggi è diverso dal mio, ma sai, toccare i piedi di sua moglie, e infilare la lingua nel più sacro dei suoi
buchi, non è lo stesso fottuto campo da gioco, non è lo stesso campionato e non è nemmeno lo stesso sport. Guarda, il massaggio ai piedi non significa un cazzo.
VINCENT: Ma tu l'hai mai fatto un massaggio ai piedi?
JULES: Eh... non venirmi a parlare di massaggi ai piedi, perché io sono un maestro di piedi massaggiati.
VINCENT: E ne hai fatti molti?
JULES: Cazzo, ho una tecnica che, lèvati, niente solletico, niente di niente.
VINCENT: A... a un uomo glielo faresti un massaggio ai piedi?
JULES: Vaffanculo.
VINCENT: L'hai fatto a molti?
JULES: Vaffanculo
VINCENT: Sai, mi sento un po' stanco, mi farebbe bene un massaggino ai piedi.
JULES: Basta, eh? Hai capito? Cominciano a girarmi le palle!
VINCENT: Eh, eh! Ah!
JULES: Questa è la porta.
VINCENT: Sì, eccola qua.
JULES: Che ora fai?
VINCENT: Sono esattamente le 7:22.
JULES: Ah... Non è ancora il momento. Dai, leviamoci da qui. Stai a sentire: solo perché non farei mai un massaggio ai piedi a un uomo, non è giusto che Marsellus scaraventi Antwan in una
merdosissima serra incasinandogli il modo di parlare. Sono cose che non si fanno. Se quel figlio di puttana lo facesse a me, o mi paralizza anche il culo o io lo ammazzo. Mi sono spiegato?
VINCENT: Ah, ma non sto dicendo che è giusto, ma che per te un massaggio ai piedi non significa niente, per me invece sì. Guarda, ho fatto a migliaia di donne migliaia di massaggi ai piedi e tutti
avevano un significato. Noi facciamo finta di no, ma è così. Ed è questo che ti intriga mentre li fai. È un fatto sensuale che monta, dove, beh, nessuno dei due ne parla, ma tu lo sai e lo sa lei.
Quello stronzo di Marsellus lo sapeva, e quel coglione di Antwan doveva saperlo ancora meglio. Insomma, quella è sua moglie, cazzo, nessun uomo prende con umorismo certe stronzate. Mi sono
spiegato?
JULES: Sì, è un punto di vista interessante. Coraggio, entriamo nei personaggi.
VINCENT: Come hai detto che si chiama lei?
JULES: Mia.
VINCENT: Mia.
JULES: Perché ti interessa tanto la moglie del gran capo?
VINCENT: Beh, lui parte, va in Florida, e mi ha chiesto di... di occuparmi di lei mentre è via.
JULES: Ah. Occuparti di lei?
VINCENT: No, ma che dici? Devo portarla fuori, sai, farla divertire, così non si sente sola.
JULES: Cioè tu e Mia Wallace vi date un appuntamento?
VINCENT: Non è come intendi tu. Sai, è come... come quando porti fuori la moglie del tuo migliore amico, al cinema o in qualche altro posto. È solo buona compagnia, nient'altro. Non è un
appuntamento. Non è nessun appuntamento!
JULES: Salve, ragazzi. Come ve la passate? No, comodo, comodo, comodo, comodo. Stai comodo. Sapete chi siamo? Siamo colleghi del vostro socio d'affari Marsellus Wallace. Certo vi ricordate del vostro
socio d'affari, vero? No, no, non ditemi niente, voglio indovinare. Tu sei Brett, giusto?
BRETT: Sì.
JULES: Visto? Ho indovinato. Ti ricordi bene del tuo socio d'affari Marsellus Wallace, non è vero, Brett?
BRETT: Sì, sì, me lo ricordo bene.
JULES: Bravo. Oh, a quanto pare io e Vincent abbiamo interrotto la vostra colazione. Ci dispiace veramente. Che mangiavate?
BRETT: Hamburger.
JULES: Hamburger, dici? La colonna portante di ogni colazione vitaminica! E che tipo di hamburger?
BRETT: È un... un cheeseburger.
JULES: No, no, no, no. Dove li avete comprati? Da McDonald's, da Wendy's, Jack-in-the-Box, dove?
BRETT: Ehm... Al Big Kahuna Burger.
JULES: Al Big Kahuna Burger! Dove gli hawaiani fanno gli hamburger! Dicono che sono saporiti i loro hamburger, io non li ho mai assaggiati, personalmente. Come sono?
BRETT: Buoni. Buoni. Sono buoni.
JULES: Vi dispiace se ne assaggio uno? È tuo questo, eh?
BRETT: Sì.
JULES: Hm! Sì che è saporito questo hamburger. Vincent! Hai mai mangiato un Big Kahuna Burger?
VINCENT: Hm.
JULES: Ne vuoi un morso? Sono saporiti.
VINCENT: Non ho fame.
JULES: Beh, se ti piacciono gli hamburger una volta li devi provare. Io di solito non posso mangiarli perché la mia ragazza è vegetariana. E questo praticamente fa di me un vegetariano, ma vado pazzo
per il sapore di un buon hamburger. Hmmm! Sai come chiamano un quarto di libbra con formaggio in Francia?
BRETT: No.
JULES: Diglielo, Vincent.
VINCENT: Royale con formaggio.
JULES: Royale con formaggio. E sai perché lo chiamano così?
BRETT: Per il sistema metrico decimale?
JULES: Ma guarda che bel cervellone ha il nostro Brett! Uh, sei in gamba, figlio di puttana, lo sai? Il sistema metrico. Lì dentro che c'è?
BRETT: Sprite.
JULES: Ah, Sprite. Buona. Ti dispiace se... se assaggio la tua bevanda saporita per mandare giù il boccone?
BRETT: Fa' pure.
JULES: Ah! Ci voleva proprio! Tu, col frangettone, sai perché siamo qui? Perché non dici al mio amico Vince, là, dove hai nascosto la roba? Perché non glielo dici?
MARVIN: È lì dentro.
JULES: Non ricordo di averti fatto nessuna domanda del cazzo, se non sbaglio! Cosa dicevi?
ROGER: Nell'armadietto. No. No, quello all'altezza delle ginocchia.
JULES: Siamo contenti? Vincent? Siamo contenti?
VINCENT: Sì, siamo contenti.
BRETT: Ehm... ascolta... Mi dispiace, io... io... io non ho capito il tuo nome. Ho... ho capito il tuo, ehm, Vincent, giusto? Ma non ho capito il tuo.
JULES: Mi chiamo Gerda e non è con le chiacchiere che uscirai da questa merda.
BRETT: No, no. No. No. Voglio solo che sappiate quanto... Voglio solo che sappiate quanto ci dispiace che le cose siano andate a puttane tra noi e il signor Wallace. E... Noi ci siamo messi in questo
affare con le migliori intenzioni, davvero, no, no, no...
JULES: Oh, scusami, ho spezzato la tua concentrazione. Oh, non volevo farlo. Per favore, continua. Dicevi qualcosa a proposito delle migliori intenzioni, sì. Ma che ti prende? Ah, avevi finito?
Interessante, ma non mi hai convinto, sai? Dì un po', Marsellus Wallace che aspetto ha?
BRETT: Cosa?
JULES: Da che paese vieni?
BRETT: Cosa? Cosa?
JULES: "Cosa" è un paese che non ho mai sentito nominare! Lì parlano la mia lingua?
BRETT: Cosa?
JULES: La mia lingua, figlio di puttana! Tu la sai parlare?
BRETT: Sì!
JULES: Allora capisci quello che dico!
BRETT: Sì! Sì! Sì!
JULES: Descrivimi perciò Marsellus Wallace! Che aspetto ha!
BRETT: Cosa?
JULES: Di' "cosa" un'altra volta! Di' "cosa" un'altra volta! Ti sfido, due volte, ti sfido, figlio di puttana, di' "cosa" un'altra maledettissima volta!
BRETT: È... è... è nero.
JULES: Vai avanti!
BRETT: È senza capelli.
JULES: Secondo te sembra una puttana?
BRETT: Cosa?
JULES: Secondo te, lui ha l'aspetto di una puttana?
BRETT: No!
JULES: Perché allora hai cercato di fotterlo come una puttana?
BRETT: Non l'ho fatto!
JULES: Sì che l'hai fatto! Sì, tu l'hai fatto! Brett, hai cercato di fotterlo!
BRETT: No!
JULES: Ma a Marsellus Wallace non piace farsi fottere da anima viva tranne che dalla signora Wallace. Leggi la Bibbia, Brett?
BRETT: S... s... sì.
JULES: E allora ascolta questo passo che conosco a memoria, è perfetto per l'occasione. Ezechiele, 25:17. "Il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti
e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre, perché egli è in verità il pastore di
suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti, e la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare e infine a
distruggere i miei fratelli, e tu saprai che il mio nome è quello del Signore quando farò calare la mia vendetta sopra di te".
"VINCENT VEGA E LA MOGLIE DI MARSELLUS WALLACE"
MARSELLUS WALLACE: Penso che ti ritroverai, quando tutta questa merdata sarà finita... penso che ti ritroverai ad essere un figlio di puttana sorridente. La faccenda è... che in questo momento hai
talento. Ma per quanto sia doloroso, il talento non dura. Il tuo periodo sta per finire. Ora questa è una merdosissima realtà della vita, ma è una realtà della vita davanti alla quale il tuo culo
deve essere realista. Vedi, questa attività è stracolma di stronzi poco realisti, che da giovani pensavano che il loro culo sarebbe invecchiato come il vino. Hm-hm! Se vuoi dire che diventa aceto, è
così. Se vuoi dire che migliora con l'età, non è così. E poi... Quanti combattimenti credi di poter ancora affrontare? Hm? Due? Non ci sono combattimenti per i vecchi pugili, eri quasi arrivato ma
non ce l'hai mai fatta, e se dovevi farcela ce l'avresti già fatta. Sei dei miei?
BUTCH COOLIDGE: Si. Pare proprio di si.
MARSELLUS: La sera del combattimento forse sentirai una piccola fitta. È l'orgoglio che ti blocca il cervello e te lo mette nel culo. Mettiglielo tu nel culo. L'orgoglio fa solo male, non aiuta, mai.
Supera certe cagate, perché da qui a un'anno, quando te la spasserai nei Caraibi, dirai a te stesso: "Marsellus Wallace aveva ragione".
BUTCH: Non ho problemi su questo, signor Wallace.
MARSELLUS: Alla quinta il tuo culo andrà al tappeto. Ripeti.
BUTCH: Alla quinta il mio culo andrà al tappeto.
PAUL: Oh, Vincent Vega, il nostro uomo ad Amsterdam! E Jules Winnfield, il nostro uomo ad Englewood. Portate le chiappe qui dentro. Porca miseria, ma cosa sono questi vestiti?
JULES: È meglio che tu non lo sappia.
VINCENT: Dov'è il gran capo?
PAUL: Il gran capo è di là, si sta occupando di un affare. Prendetevela calma per qualche minuto. Appena vedete l'uomo bianco andare via, entrate voi.
VINCENT: Come ti va?
PAUL: Bene. Tu che mi racconti dell'Olanda?
VINCENT: Niente male.
PAUL: Ho sentito che domani sera porti fuori Mia.
VINCENT: È Marsellus che me l'ha chiesto.
PAUL: La conosci Mia?
VINCENT: Non ancora.
PAUL & JULES: Ah, ah, ah, ah!
VINCENT: Che cazzo c'è da ridere?
JULES: Niente. Devo andare a pisciare.
VINCENT: Senti, non sono un coglione idiota, chiaro? Quella è la moglie del gran capo, mi siedo di fronte a lei, mastico quello che mangio con la bocca chiusa, rido alle sue battute stronze e
nient'altro.
PAUL: Io mi chiamo Paul, ve li fate tra voi i vostri goal. Hm?
VINCENT: Allora perché cazzo me l'hai chiesto a fare? Rotto in culo.
BUTCH: Un pacchetto di Red Apples.
PAUL: Col filtro?
BUTCH: No. Che cos'hai da guardare, amico?
VINCENT: Non sei amico mio, bestione.
BUTCH: Che cosa?
VINCENT: Mi hai sentito benissimo, palle mosce.
MARSELLUS: Vincent Vega è nel locale? Il mio uomo! Trascina qui il culo!
VINCENT: Marsellus! Eh, scusa!
MARSELLUS: Ah! Non ti preoccupare!
PAUL: Le Red Apples. Un dollaro e quaranta.
JODY: ... È come se trasformasse ogni parte del tuo corpo nella punta di un pene.
TRUDI: Accidenti!
JODY: Te lo presto, è un libro fantastico sul piercing.
TRUDI: Ma la pistola che usano per bucarti le orecchie, non la useranno anche per bucarti i capezzoli?
JODY: Lascia perdere! Ti assicuro che quell'affare va contro qualsiasi idea alla base del piercing. Tutti i miei fori, in diciotto parti del mio corpo, ognuno di loro è stato fatto con un ago. Cinque
in ogni orecchio, uno nel capezzolo del seno sinistro, due nella narice destra, uno nel sopracciglio sinistro, uno sulla pancia, uno sul labbro, uno sul grilletto. E sulla lingua ho anche una
borchia.
VINCENT: Scusami, è solo una curiosità. A che serve una borchia sulla lingua?
JODY: È sensuale. Aiuta la fellatio.
LANCE: Vincent. Vieni nel mio ufficio. Forza. Questa è "Panda". Viene dal Messico, è di prima qualità. Questa qui è "Bava". Diversa, ma altrettanto buona. E quella è "Choco", viene dai monti Hartz
della Germania. Ora, le prime due costano lo stesso, 300 al grammo. Sono prezzi da amico. Ma questa qui è un pochino più cara. Viene 500 al grammo. Quando te la "spari", sai dove sono andati a finire
quei soldi in più. Niente da ridire sulle altre due, è roba veramente... veramente buona. Ma questa qui è una bomba atomica.
VINCENT: Guarda che sono appena tornato da Amsterdam.
LANCE: Sono un negro? Siamo a Englewood? No. Sei a casa mia. I bianchi che sanno la differenza tra roba buona e roba di merda è in questa casa che vengono. Con la mia roba sono prontissimo a sfidare
la robaccia di Amsterdam in un giorno qualunque della settimana.
VINCENT: Questa è un'affermazione azzardata.
LANCE: Qui non siamo ad Amsterdam, Vince, qui sono i venditori che decidono. La coca è bella che morta da... da un pezzo. L'eroina sta rimontando in modo pazzesco.
VINCENT: Hm? D'accordo. Dammi tre grammi della bomba atomica, e...
LANCE: Bene.
VINCENT: ... se è buona come dici tornerò a comprarne altri mille dollari.
LANCE: Ah, beh, spero solo che ce ne sia rimasta un po' per te. Ah... te ne darò un po' dalla mia scorta privata - è fantastica - per dimostrarti che sono gentile. Ehi, ho finito le bustine, un
sacchetto ti va bene?
VINCENT: Sì, sì, perfetto.
LANCE: D'accordo. Te lo prendo sùbito. Tesoro, mi porti dei sacchetti e dei legacci dalla cucina?
JODY: Sì, volo.
LANCE: Ehi, che ne pensi di Trudi? Non ha l'amico, hai voglia di... andare su di giri con lei?
VINCENT: Qual è Trudi? Quella con le schifezze in faccia?
LANCE: No, quella è Jody. Quella è mia moglie.
VINCENT: Eh, eh, eh, eh, eh! L'ho detta grossa, vero?
LANCE: No, figurati.
VINCENT: No, non posso, devo andare in un posto.
LANCE: Ah, non c'è nessun problema.
VINCENT: Alla prossima occasione.
JODY: Grazie, Jody.
LANCE: Ce l'hai ancora la Malibu?
VINCENT: Ah, amico, sai cosa mi ha fatto uno stronzo ieri?
LANCE: Cosa?
VINCENT: L'ha graffiata con una chiave.
LANCE: Ah, mi dispiace. Che pezzo di merda!
VINCENT: Non dirlo a me. L'ho tenuta in deposito per tre anni. L'avevo ritirata da cinque giorni, e un cazzone merdoso qualsiasi me l'ha graffiata.
LANCE: Quelli così li dovrebbero ammazzare. Niente processo, niente giuria. Giustiziati.
VINCENT: Magari avessi potuto beccarlo mentre lo faceva. Avrei dato qualsiasi cosa per beccare quel rotto in culo. Allora sì che valeva la pena che lo facesse, così lo potevo beccare!
LANCE: Che schifoso.
VINCENT: Sei un vigliacco cacasotto se fai lo stronzo con la macchina di un altro! Insomma, non si fa lo stronzo con la macchina degli altri!
LANCE: Non si fa.
VINCENT: È contro ogni regola!
LANCE: Grazie.
VINCENT: Grazie a te. Ti secca se me la sparo qui?
LANCE: Ehi! Mi casa su casa.
VINCENT: Muchas gracias.
MIA WALLACE: Ciao, Vincent. Mi sto vestendo. La porta è aperta. Entra e preparati da bere. Mia.
VINCENT: C'è nessuno?
MIA: Vincent. Vincent, sono all'interfono.
VINCENT: Dov... dov'è l'interfono?
MIA: Sulla parete, vicino alle due statuette africane. Alla tua destra. Fuochino... fuochino. Trovato.
VINCENT: Ciao.
MIA: Spingi il pulsante se vuoi parlare.
VINCENT: Ciao.
MIA: Preparati qualche cosa da bere, io verrò giù tra due secondi, accomodati. Il bar è vicino al caminetto.
VINCENT: Va bene.
MIA: Andiamo.
VINCENT: Ma che cazzo è questo posto?
MIA: Questo è il Jackrabbit Slim's. A un Elvis-maniaco dovrebbe piacere.
VINCENT: Ah, dai, Mia, andiamo a farci una bistecca.
MIA: La bistecca la puoi trovare qui, paparino. Non fare il... Hm?
VINCENT: Dopo di te, gattina.
I MOTOCICLISTA: Ehi! Ma come guidi? Vaffanculo!
II MOTOCICLISTA: Sei tu che cammini senza guardare!
MAITRE: Buonasera, signore e signori. In che cosa posso esservi utile?
MIA: C'è una prenotazione a nome Wallace.
MAITRE: Wallace?
MIA: Abbiamo prenotato una macchina.
MAITRE: Ah, una macchina. Bene. Accompagna i signori alla Chrysler.
RICKY NELSON: ... throw a nickel in the jukebox, then we start to rock / My school gal baby, gonna tell ya some news / You sure look good in them baby-doll shoes / Well, it's a-one, two, a-pull off
my shoes / Three, four, get out on the floor / Five, six, come get your kicks / Down on the corner of Lincoln and a-forty-six / Yeah! / All right / I've been a-waitin' in school all day long /
a-waitin' on the bell to ring so I could go home / Throw my books on the table, pick up the telephone...
MARYLIN MONROE: Salve.
RICKY NELSON: ... Hello, baby, let's get somethin' goin' / Headin' down to the drugstore to get a soda pop / Throw a nickel in the jukebox, then we start to rock / My school gal baby, gonna tell ya
some news / You sure look good in them baby-doll shoes / Listen, it's a-one, two, a-pull off my shoes / Three, four, get out on the floor / Five, six, come get your kicks / Down on the corner of
Lincoln and a-forty-six / ... Down on the corner of Lincoln and a-forty-six
PRESENTATORE: Un bell'applauso per Ricky Nelson! Davvero fantastico, Ricky!
RICKY NELSON: Grazie infinite.
MIA: Vincent!
PRESENTATORE: Voglio solo annunciarvi che Ricky sarà di nuovo con noi nella seconda parte dello spettacolo. Ci auguriamo che gustiate la vostra cena qui al Jackrabbit Slim's. Grazie.
INSERVIENTE: Chiedete tutti le Philip Morris!
MIA: Cosa te ne pare?
VINCENT: Se non li sentissi parlare, sembrerebbe il museo delle cere!
BUDDY: Salve, sono Buddy. Che vi porto?
VINCENT: Ah... Vediamo, bistecca, bistecca, bistecca, bist... Oh, sì, bistecca Douglas Sirk, ecco. Prendo questa.
BUDDY: E come la vuoi? Ben cotta, media o grondante sangue?
VINCENT: Grondante sangue. Oh, sì, anche questa: coca alla vaniglia.
BUDDY: E tu, Peggy Sue?
MIA: Io voglio un... Durwood Kirby hamburger. Lo prendo al sangue. E un frappè da cinque dollari.
BUDDY: E come lo vuoi? "Martin e Lewis" o "Amos e Andy"?
MIA: "Martin e Lewis".
VINCENT: Hai ordinato un frappè da cinque dollari?
MIA: Hm-hm.
VINCENT: Il frappè è latte e gelato insieme?
MIA: A quanto ne so...
VINCENT: E sta a cinque dollari? Non ci metti bourbon o qualcos'altro?
BUDDY: No.
VINCENT: Controllavo.
BUDDY: Torno subito con le bevande.
MIA: Potresti arrotolarmi una di quelle, cowboy?
VINCENT: Ti posso dare questa qui, cowgirl.
MIA: Grazie.
VINCENT: Sciocchezze, non c'è di che.
MIA: Sai, Marsellus ha detto che sei appena tornato da Amsterdam.
VINCENT: Verissimo.
MIA: Quanto ci sei stato?
VINCENT: Poco più di tre anni.
MIA: Io ci vado una volta l'anno, mi rilasso per un mese.
VINCENT: Veramente? Non lo sapevo.
MIA: E perché dovevi?
VINCENT: Ho sentito che hai girato un pilota.
MIA: Sono stati i miei quindici minuti di gloria.
VINCENT: E che cos'era?
MIA: Era un programma su una squadra di donne agenti segreti chiamato "Volpi Forza Cinque".
VINCENT: Come?
MIA: "Volpi Forza Cinque". "Volpi", perché eravamo in gamba, astute e carine. "Forza", perché eravamo una forza con cui fare i conti. E "Cinque", perché eravamo una-due-tre-quattro-cinque di numero.
C'era una bionda, Sommerset O'Neal, lei era il capo. La volpina giapponese era una maestra di arti marziali. Alla ragazza nera toccavano le demolizioni, era un'esperta. La volpina francese aveva una
specialità, il sesso.
VINCENT: Qual era la tua specialità?
MIA: Lame affilate. Il mio personaggio, Raven McCoy, aveva una storia: era... era venuta su cresciuta da artisti del circo. Secondo il copione, era la donna più pericolosa del mondo con un coltello.
E... e conosceva un'infinità di vecchie barzellette che il suo caro nonnetto, un attore del Vaudeville, le aveva insegnato. E nell'eventualità che ci avessero confermato, avrebbero trovato il modo
per cui in ogni episodio io avrei raccontato un'altra barzelletta.
VINCENT: Chissà quante barzellette conosci.
MIA: Beh, ho potuto raccontarne solo una. Abbiamo girato solo un episodio.
VINCENT: Sentiamo.
MIA: È una cavolata.
VINCENT: Ma non fare così, sentiamo.
MIA: No, non ti piacerebbe. Mi sentirei in imbarazzo.
VINCENT: In imbarazzo? L'hai raccontata a cinquanta milioni di persone e non puoi raccontarla a me? Prometto di non ridere.
MIA: È proprio di questo che ho paura, Vince.
VINCENT: Ah, non è quello che intendevo dire, lo sai.
MIA: Adesso di sicuro non te la racconto, perché ci abbiamo ricamato troppo sopra.
VINCENT: Che fregatura!
BUDDY: "Martin e Lewis". Coca alla vaniglia.
MIA: Hm. È buono.
VINCENT: Me ne faresti provare un sorso?
MIA: Fai pure, assaggia.
VINCENT: Voglio sapere di che sa un frappè da cinque dollari.
MIA: Puoi usare la mia cannuccia, non ho i bacilli.
VINCENT: Sì, ma magari ce lo ho io.
MIA: So badare ai bacilli.
VINCENT: E va bene. Accidenti, è davvero buono questo frullato.
MIA: Te l'avevo detto.
VINCENT: Non so se vale cinque dollari, ma cazzo è veramente buono.
MIA: Non odi tutto questo?
VINCENT: Odio cosa?
MIA: I silenzi che mettono a disagio. Perché sentiamo la necessità di chiacchierare di puttanate per sentirci più a nostro agio?
VINCENT: Non lo so, è un'ottima domanda.
MIA: È solo allora che sai di aver trovato qualcuno davvero speciale: quando puoi chiudere quella cazzo di bocca per un momento e condividere il silenzio in santa pace.
VINCENT: Beh, non credo che siamo già arrivati a questo, ma non te la prendere, ci conosciamo appena.
MIA: Facciamo una cosa: io adesso vado in bagno a incipriarmi il naso, tu resti seduto e pensi a qualcosa da dire.
VINCENT: Sarà fatto!
MIA: Bene.
MARYLIN: Quando metto questo vestito si alza il ventaccio!
AVVENTORE: Mettilo più spesso!
MIA: Ho detto "cazzo, che botta"! Che botta, cazzo. Cazzo, che botta! Hm... Non lo trovi piacevole tornare dal bagno e vedere che la tua cena è lì che ti aspetta?
VINCENT: Siamo fortunati se ci hanno servito qualcosa. Non credo che Buddy Holly sia un bravo cameriere. Forse dovevamo sederci nel settore di Marilyn Monroe.
MIA: Quale? Ce ne sono due di Monroe.
VINCENT: Ma che dici? Quella è Marilyn Monroe. Quella è Mamie Van Doren.
MAMIE VAN DOREN: Desidera ancora qualcosa?
VINCENT: Però non vedo Jayne Mansfield, si sarà presa una sera di riposo.
MIA: Sei molto in gamba.
VINCENT: Sì, sono momenti.
MIA: Hai pensato a qualcosa da dire?
VINCENT: In effetti sì. Comunque... Tu sembri una persona molto simpatica e io non voglio offenderti.
MIA: Uh! Questa non ha l'aria di essere la solita frasetta noiosa lanciata là per fare due chiacchiere. Sembra che tu abbia davvero qualcosa da dire.
VINCENT: Beh, è così. È così. Però tu devi promettermi di non offenderti.
MIA: No. No, no, no. Non si può promettere una cosa del genere. Io non ho idea di che cosa stai per chiedermi; tu vai avanti e chiedimi quello che stai per chiedermi. La mia reazione spontanea
potrebbe essere quella di sentirmi offesa, e senza colpa da parte mia non avrei mantenuto la promessa.
VINCENT: Ti prego, lascia perdere.
MIA: Ora pretendi l'impossibile. Lasciar perdere una cosa così intrigante come questa sarebbe un tentativo futile.
VINCENT: Ne sei convinta?
MIA: E poi non è più eccitante quando non si ha il permesso?
VINCENT: Va bene, va bene. Allora, ecco qua. Ah... che ne pensi di quello che è capitato ad Antwan?
MIA: Chi è Antwan?
VINCENT: Tony Rocky Horror. Lo conosci.
MIA: È caduto da una finestra.
VINCENT: Hm-hm, hm-hm, hm! Questo è un modo per dirlo, sì. Un altro modo sarebbe che è stato buttato fuori. Un altro ancora sarebbe che è stato buttato fuori da Marsellus, e ancora un altro modo dire
che è stato buttato fuori da una finestra da Marsellus per causa tua.
MIA: Ne sei convinto?
VINCENT: No, non ne sono convinto, è solo quello che ho sentito, quello che ho sentito.
MIA: Chi te l'ha detto?
VINCENT: Loro.
MIA: Loro parlano tanto, non credi?
VINCENT: Parlano, parlano. Parlano eccome!
MIA: Non fare il timido, Vincent, che altro hanno detto?
VINCENT: Beh, io non sono timido. Ehm...
MIA: Per caso c'entra con la parola scopare?
VINCENT: No. No, no, no, no, no. Hanno solo detto che Antwan ti ha fatto un massaggio ai piedi.
MIA: E allora?
VINCENT: E allora? Allora niente, tutto qui.
MIA: Ti hanno detto che Marsellus ha buttato Tony Rocky Horror fuori da una finestra perché mi ha fatto un massaggio ai piedi?
VINCENT: Hm-hm.
MIA: E pensi che sia vero?
VINCENT: Beh, insomma, quando me l'hanno detto mi è sembrato ragionevole.
MIA: Marsellus che gettava Tony fuori da una finestra dal quarto piano perché mi ha fatto un massaggio ai piedi ti è sembrato ragionevole?
VINCENT: No, mi è sembrato eccessivo, ma non vuol dire che non sia successo. A quanto dicono, Marsellus è molto... protettivo nei tuoi confronti.
MIA: Un marito che è protettivo nei confronti di sua moglie è una cosa, un marito che quasi uccide un altro uomo perché ha toccato i piedi di sua moglie è un'altra.
VINCENT: Ma è successo? Dimmi.
MIA: La sola cosa che Antwan ha toccato di mio è stata la mano quando me l'ha stretta al mio matrimonio.
VINCENT: Davvero?
MIA: Nessuno ha mai saputo perché Marsellus ha buttato Tony fuori da una finestra del quarto piano, tranne Marsellus e Tony. Quando voi maschiacci vi riunite siete peggio di un circolo di
cucito.
PRESENTATORE: Signore e signori, è arrivato il momento che tutti aspettavate, la gara più famosa del Jackrabbit Slim's: il twist, signore e signori. Ed è così che una coppia fortunata vincerà questo
splendido trofeo che la nostra Marilyn ha in mano. Allora, chi saranno i nostri primi concorrenti?
MIA: Eccoci qui. Ho voglia di ballare.
VINCENT: Oh, No, no, no, no, no!
MIA: No, no, no, no, no... Se non sbaglio, Marsellus, mio marito, il tuo capo, ti ha detto di portarmi a spasso e di fare tutto quello che voglio. E io voglio ballare, voglio vincere, e voglio quel
trofeo.
VINCENT: D'accordo.
MIA: Perciò balla bene.
VINCENT: Perfetto. L'hai voluto tu.
PRESENTATORE: Un bell'applauso per i nostri primi concorrenti. E conosciamo i nostri primi due concorrenti di questa sera. Signorina, lei come si chiama?
MIA: Signora Mia Wallace.
PRESENTATORE: E come si chiama il suo compagno?
MIA: Vincent Vega.
PRESENTATORE: Bene, vediamo che cosa sapete fare. Via con la musica!
MIA & VINCENT: Ah, ah, ah! Eh, eh!
VINCENT: È questo che chiami "un silenzio che mette a disagio"?
MIA: Non so come lo chiami tu questo.
VINCENT: Hm!
MIA: Da bere! Musica!
VINCENT: Devo andare a pisciare.
MIA: Potevi anche fare a meno di questa informazione dettagliata, Vince, ma vai pure.
NEIL DIAMOND: Girl, you'll be a woman soon / I love you so much, can't count all the ways / I've died for you girl and all they can say is / He's not your kind / They never get tired of putting me
down / And I'll never know when I come around / What I'm gonna find / Don't let them make up your mind / Don't you know / Girl, you'll be a woman soon...
VINCENT: Un bicchiere e nient'altro. Non fare il cafone, bevi il tuo bicchiere. Ma fallo in fretta. Di' "buonanotte" e vai a casa.
NEIL DIAMOND: ... Girl, you'll be a woman soon / Soon, you'll need a man / I've been misunderstood for all of my life / But what they're saying girl it cuts like a knife / The boy's no good / Well
I've finally found what I'm a looking for / But if they get their chance they'll end it for sure / Surely would / Baby I've done all I could / Now it's up to you...
VINCENT: Questo è un test sulla moralità di una persona, se riesce o no a continuare ad essere leale. Perché essere leali è molto importante.
NEIL DIAMOND: ... They never get tired of putting me down / And I'll never know when I come around / What I'm gonna find / Don't let them make up your mind / Don't you know / Girl, you'll be a woman
soon / Please, come take my hand / Girl, you'll be a woman soon / Soon, you'll need a man...
MIA: Ciao.
NEIL DIAMOND: ... Girl, you'll be a woman soon...
VINCENT: Perciò, tu ora vai fuori e dici: "Buonanotte, ho passato una bellissima serata". Infili la porta, entri in macchina, vai a casa, ti fai una sega, e finisce la storia. Bene. Mia, senti, ora
devo andare, va bene? Oh, Cristo Santo! E adesso? Oh, Cristo Santo! Sono fottuto! Sono fottuto! Forza, bella! Dobbiamo andarcene da qui! Dobbiamo muoverci! Forza!
VINCENT: Cazzo, non mi morire, Mia! Sono un coglione, lo so. E dai!
UOMO: Poche storie, signor Forrester, mi dia l'astuccio con gli anelli!
FORRESTER: Sì, vado a prenderli sùbito.
DONNA: E faccia presto! Oh, la prego, la prego, si sbrighi!
J.M. BENTON: Dunque, sì, vediamo, dunque, qui ci dovrebbero essere scritti i nomi. Ah... tenetevi per mano, piccioncini.
DONNA: No...
VINCENT: Vaffanculo, Lance, vai al telefono!
DONNA: Ah, ah, ah, ma guarda!
J.M. BENTON: Tenetevi per mano.
UOMO: Sì, ecco.
DONNA: E ora che cos'ha da dire?
J.M. BENTON: Ah... allora... mi arrendo, vi sposo.
DONNA: Oh...
UOMO: Oh, signor Devon, la prego, per favore.
JODY: Lance, il telefono sta suonando, accidenti!
DONNA: ... ma lo sai che hai una bella faccia tosta?
LANCE: Lo sento.
DONNA: Ora ti insegno un paio di cose.
JODY: Ma non avevi detto a quei rotti in culo di non chiamare mai a quest'ora?
LANCE: Sì, gliel'avevo detto. Ed è esattamente quello che dirò a questo rotto in culo qui, adesso.
DONNA: Ho trovato gli anelli!
LANCE: Pronto?
VINCENT: Lance, Vincent. Sono nella merda fino al collo, amico, sto venendo a casa tua.
LANCE: Ehi... Ehi... Frena, bello mio! Qual è... qual è il problema?
VINCENT: C'è una tizia che è finita in overdose, capito?
LANCE: Beh, non portarla qui. Guarda che non sto scherzando, cazzo. Non pensare di portare una ragazzina sballata a casa mia!
VINCENT: Non ho scelta.
LANCE: È in overdose?
VINCENT: Cazzo, tra poco ci lascia la pelle!
LANCE: Bene, allora non ti resta che ingoiare la merda, portarla all'ospedale e chiamare un avvocato.
VINCENT: Negativo!
LANCE: Cazzo, questo... questo non è un problema mio. Tu l'hai fatta sballare e ora lo risolvi tu questo casino. Ma, scusa, mi stai parlando da un telefono cellulare? Io non ti conosco, chi parla?
Non venire qui. Riattacco il telefono. È uno scherzo. È uno scherzo.
DONNA: Ma dove sono gli anelli?
JODY: Ma che diavolo succede?
LANCE: Ma ti sei bevuto il cervello, cazzo? Prima ti metti a parlare di droga da un cellulare e ora ti vai a schiantare contro casa mia?
VINCENT: Forza, Lance, aiutami. Prendila per i piedi. Per i piedi!
LANCE: Ehi! Ehi! Sei sordo?
VINCENT: Prendila per i piedi!
LANCE: Tu non ce la porti questa troia sbomballata a casa mia.
VINCENT: Lance, questa troia sbomballata è la moglie di Marsellus Wallace, e sai chi è Marsellus Wallace?
LANCE: Sì.
VINCENT: Se questa mi crepa, io divento concime per le piante. Ora senti, a questo punto io dovrò per forza raccontargli che tu non mi hai dato una mano, e che l'hai fatta morire sul tuo prato. Hai
capito? Dammi una mano adesso.
LANCE: Cazzo!
JODY: Lance! Ma tu guarda, le due di notte! Ma che cazzo sta succedendo qui? E chi è?
LANCE: Vai in frigo e prendi la siringa con la dose di adrenalina.
JODY: Che cazzo le è successo?
LANCE: È in overdose.
JODY: Sbattila sùbito fuori!
VINCENT: Prendi quella cazzo di siringa!
JODY: Vaffanculo! E vaffanculo anche tu!
VINCENT: Quanto rompe questa figlia di puttana!
LANCE: Continua a parlarle, capito? Lei prende la siringa, io prendo il libretto di medicina.
VINCENT: A che cazzo ti serve un libro di medicina?
LANCE: Mai fatta un'iniezione di adrenalina, devo leggere come si fa.
VINCENT: No, non ho mai fatto un'iniezione di adrenalina
LANCE: Non mi è mai capitato, va bene? Io non vado in giro a strafarmi con i mocciosi! I miei amici sanno gestire i loro panni!
VINCENT: Prendi la siringa!
LANCE: Certo, se mi lasci andare!
VINCENT: Non te lo sto mica impedendo!
LANCE: E allora smettila di parlare con me, parla con lei!
VINCENT: E prendi la siringa! Sbrigati, Lance! Se ne sta andando!
LANCE: Sto cercando più in fretta che posso!
JODY: Che sta cercando?
VINCENT: E che ne so? Un libro.
JODY: Che stai cercando?
LANCE: Il mio libretto nero di medicina.
JODY: Che stai cercando?
LANCE: Il cazzo del mio libretto nero di medicina. È una specie di... di manuale che danno agli infermieri.
JODY: Mai visto nessun libro di medicina.
LANCE: E... fidati, ce l'ho.
JODY: Se è così importante, perché non lo tieni insieme alla siringa?
LANCE: Non lo so! Piantala di rompermi le palle!
JODY: Senti, mentre lo cerchi, quella crepa sul nostro tappeto. Non troverai mai niente in questo casino.
LANCE: Tesoro, ti ammazzo se non chiudi sùbito quella bocca!
JODY: Sono mesi che ti dico di pulire la stanza, ma tu sei troppo occupato a farti!
VINCE: Lance, fottitene di quella stronza! Corri qui!
JODY: Bastardo.
LANCE: Levati di mezzo!
JODY: Maiale!
VINCENT: Smettila di cazzeggiare e falle l'iniezione, su.
LANCE: Va bene. Senti, mentre io preparo qua, apri la camicia e cercale il cuore.
VINCENT: Dev'essere il punto esatto?
LANCE: Certo che dev'essere esatto. Se questa è un'iniezione del cuore non puoi tirare a indovinare.
VINCENT: Ma dove cazzo sta il cuore? Beh, secondo me è qui.
JODY: È lì, è lì.
VINCENT: Davvero? Bene. Ora quello che mi serve è un pennarello bello grosso. Ce l'hai?
JODY: Che cosa?
VINCENT: Un pennarello, una penna con la punta molto grossa! Uno schifosissimo pennarello!
LANCE: Ci siamo. Ecco.
VINCENT: Presto! Presto!
LANCE: Cazzo!
VINCENT: Hm!
LANCE: Ecco. Ecco, adesso è pronta. Ecco.
VINCENT: Lance, presto.
LANCE: Va bene.
VINCENT: Fai presto.
LANCE: Tieni, ti dico cosa fare.
VINCENT: No, no, no, no, mai nella vita. T... t... tu gliela devi fare.
LANCE: No, tu gliela devi fare.
VINCENT: Io non gliela faccio.
LANCE: No, io non gliela faccio.
VINCENT: Io non ho mai fatto un'iniezione.
LANCE: Neanch'io ne ho mai fatte, va bene? Non comincerò certo adesso. Senti, tu l'hai portata qui, perciò gliela fai tu l'iniezione. Quando porterò da te una in overdose le farò l'iniezione. Falle
l'iniezione.
VINCENT: Gliela faccio io.
JODY: Ecco.
VINCENT: Finalmente! Sono pronto. Dimmi che cosa devo fare.
LANCE: Bene. Stai per farle un'iniezione di adrenalina dritta nel cuore. Qua c'è lo sterno. Allora devi trapassarlo, perciò non devi fare altro che abbassare l'ago, come... come se volessi
pugnalarla.
VINCENT: De... devo pugnalarla tre volte?
LANCE: No, non devi pugnalarla tre volte, una volta sola, ma con forza, in modo da trapassarle lo sterno, e beccarle il cuore, capito?
VINCENT: Sì.
LANCE: E poi, quando hai fatto, devi... devi premere sullo stantuffo.
VINCENT: D'accordo. E poi che succede?
LANCE: Anch'io sono curioso di saperlo.
VINCENT: Questo non è uno scherzo, cazzo! L'ammazzerò? Insomma, che succede?
LANCE: No, dovrebbe riprendersi sùbito, così...
VINCENT: Va bene, forza, conta fino a tre.
LANCE: Va bene.
VINCENT: Pronto?
LANCE: Uno. Due. Tre!
MIA: Aaaahh!
LANCE: Se stai bene prova a dire qualcosa.
MIA: Qualcosa.
JODY: È stato meglio di una strippata! Ah, ah, ah!
LANCE: Mamma mia!
VINCENT: Mia. Mia. Com... Come pensi di... risolvere questa storia?
MIA: E tu, Vincent?
VINCENT: Beh, io sono del parere, anche se Marsellus vivesse cent'anni non c'è bisogno che sappia di questo incidente.
MIA: Se Marsellus venisse a sapesse di questo incidente, sarei nei guai esattamente quanto te.
VINCENT: Se permetti ne dubito!
MIA: So tenere un segreto se lo fai anche tu.
VINCENT: Qua la mano! Muti come una tomba. Deciso? Ora, se vuoi scusarmi, vado a casa a farmi venire un infarto.
MIA: Vincent. Vuoi sentire la mia barzelletta di "Volpe Forza Cinque"?
VINCENT: Volentieri. Solo che, vedi, sono ancora troppo terrorizzato per ridere.
MIA: No, non riderai, perché non è divertente. Ma, se ancora la vuoi ascoltare, te la racconto.
VINCENT: Non vedo l'ora!
MIA: Okay. Tre pomodori camminano per la strada, Papà Pomodoro, Mamma Pomodoro e il Pomodorino. Il Pomodorino cammina con aria svagata e Papà Pomodoro allora si arrabbia e... Va da lui, lo schiaccia
e dice: "Fai il concentrato!"
VINCENT: Ah. Ah.
MIA: Il concentrato.
VINCENT: Ah.
MIA: Bene, ci vediamo.
INUIT: Eh, quel Paddlefoot, buffo cane sciocco, lui credere totem potere avere vita, eh, eh, eh! Lui cucciolone artico. Quel totem, vedi, essere qui
da sempre.
SIGNORA COOLIDGE: Butch?
CLUTCH CARGO: Dobbiamo caricare ancora delle casse e poi ci mettiamo in viaggio verso...
SIGNORA COOLIDGE: Smetti per un attimo di guardare la tv?
BUTCH: Sì.
SIGNORA COOLIDGE: C'è una visita importante. Senti, ti ricordi che ti ho detto che papà è morto in un campo di prigionia? Bene. Questo signore è il capitano Koons, era nel campo di prigionia insieme
a papà.
CAPITANO KOONS: Ciao, giovanotto. Accidenti, ho sentito parlare molto di te. Ecco, io ero un buon amico di tuo padre, sai? Siamo stati ad Hanoi insieme in quell'inferno per oltre cinque anni.
Speriamo che non debba fare questa esperienza anche tu. Ma quando due uomini si trovano in una situazione come quella vissuta da me e da tuo padre per tutto il tempo che è durata, ti fai carico di
certe responsabilità dell'altro. Se fossi stato io a... a non farcela, il maggiore Coolidge in questo momento starebbe parlando con mio figlio Jim. Ma la sorte ha voluto che parlassi io con te,
Butch. Ti ho portato una cosa. Questo orologio che ho qui fu visto e acquistato dal tuo grande bisnonno durante la Prima Guerra Mondiale. Fu comprato in un negozio di cianfrusaglie a Knoxville, nel
Tennessee, prodotto dalla prima ditta che abbia mai fatto orologi da polso - fino allora si portavano solamente orologi da taschino. Sì, è stato comprato dal valoroso patriota Errayn Cooldige il
giorno in cui si è imbarcato per Parigi. Il tuo bisnonno aveva questo qua durante la guerra: non se n'è mai staccato fino alla fine dei combattimenti. E dopo aver fatto il suo dovere, tornò a casa
dalla tua bisnonna, si tolse l'orologio dal polso, lo mise in un barattolo da caffè ed è lì che è rimasto finché tuo nonno Dane Coolidge non fu chiamato dal suo Paese perché andasse di nuovo a
servire la patria. E... era la Seconda Guerra Mondiale questa volta. Il tuo bisnonno ha dato quest'orologio a tuo nonno per buona sorte. Sfortunatamente, a Dane è andata peggio del suo vecchio padre.
Lui era un marine ed è rimasto ucciso con tutti gli altri marines nella battaglia di Wake Island. Tuo nonno stava affrontando la morte: lui lo sapeva. Nessuno di loro poteva illudersi che avrebbe mai
lasciato quell'isola da vivo. Così, tre giorni prima che i giapponesi prendessero l'isola, tuo nonno chiese a un artigliere addetto all'aviazione militare, di nome Winacki, un uomo mai visto prima in
vita sua, di consegnare al suo figlioletto, da lui mai visto in carne ed ossa, il suo orologio d'oro. Tre giorni dopo tuo nonno rimase ucciso, ma Winacki mantenne la sua parola. Alla fine della
guerra, andò a fare visita a tua nonna, per consegnare a tuo padre, bambino, l'orologio d'oro del suo papà: quest'orologio. Tuo padre l'aveva ancora al polso quando è stato abbattuto sopra Hanoi.
L'hanno catturato e messo in un campo di prigionia vietnamita. Sapeva che se quelli avessero visto il suo orologio gliel'avrebbero confiscato, eh, portato via. Per come la vedeva tuo padre,
quest'orologio era tuo di diritto, che fosse dannato se quei musi gialli mettevano le manacce sui beni di suo figlio. Così l'ha nascosto nel solo posto dove sapeva di poterlo fare: nel sedere, per
cinque lunghi anni ha tenuto l'orologio infilato nel sedere. Poi è morto di dissenteria, mi ha dato l'orologio. Ho nascosto questo scomodo pezzo di metallo nel sedere per due anni. Poi, finalmente,
sono stato rimandato a casa dalla mia famiglia. Adesso, giovanotto, consegno a te l'orologio.
KLONDIKE: Ci siamo, Butch.
PRESENTATORE: All'angolo destro vi presentiamo lo sfidante. Con indosso i pantaloncini blu, peso 210 libbre, Floyd Ray Wilson.
"L'OROLOGIO D'ORO"
I CRONISTA: È ufficiale. È ufficiale. Wilson è morto.
II CRONISTA: Beh, Dan, è stato l'incontro più brutale e sanguinoso a cui questa città abbia mai assistito. Coolidge è corso via. Mai visto un pugile vincere e andarsene così in fretta. Secondo te
sapeva che Wilson era morto?
I CRONISTA: Ah, secondo me sì, Richard. Dal mio posto ho visto sparire dai suoi occhi la furia per lasciare il passo alla consapevolezza di quanto stava facendo. Chiunque avrebbe lasciato di corsa il
ring.
II CRONISTA: Dan, pensi che questa tragedia avrà ripercussioni sul mondo della boxe?
I CRONISTA: Oh, Richard, una tragedia simile non può non scuotere il mondo della boxe dalle fondamenta. Ma l'effetto più clamoroso sarà nelle tristi settimane a venire: gli occhi della BBA
rimarranno...
ALLENATORE: È andato via di corsa. Non ho potuto trattenerlo.
PAUL: Marsellus.
ALLENATORE: Giuro, non è colpa mia! Non è colpa mia!
VINCENT: Mia. Come stai?
MIA: Bene. Non ti ho mai ringraziato per la cena.
MARSELLUS: Che hai scoperto?
PAUL: Si è dato.
MARSELLUS: Il suo allenatore?
PAUL: Giura che non ne sa niente. Io gli credo. Penso che sia rimasto sorpreso almeno quanto...
MARSELLUS: No! Non dovete pensare, dovete sapere. Portatelo al canile, datelo in pasto ai cani, così sapremo di sicuro quello che sa e quello che non sa.
PAUL: Per trovare Butch come ci muoviamo?
MARSELLUS: Rivolterò il mondo per trovarlo! E anche se andasse in Indocina, uno dei nostri starà nascosto in una ciotola di riso pronto a sparargli nel culo!
PAUL: Ci penso io, capo. Sarà un piacere.
ESMERALDA VILLALOBOS: Signore. Ehi, signore.
BUTCH: Che c'è?
ESMERALDA: Lei era al combattimento? Quello della radio. È lei il pugile?
BUTCH: Come ti è venuta quest'idea?
ESMERALDA: No, su, avanti! È lei il pugile. Lo so che è lei! Mi dica che è lei, quello.
BUTCH: Sì, sono quello.
ESMERALDA: Ha ammazzato l'altro pugile.
BUTCH: È morto?
ESMERALDA: La radio ha detto che è morto.
BUTCH: Mi dispiace tanto, Floyd.
ESMERALDA: E che cosa si prova?
BUTCH: Che cosa si prova a fare che?
ESMERALDA: A uccidere un uomo. Pestare un altro uomo a morte usando solamente le mani!
BUTCH: Sei sciroccata?
ESMERALDA: No, per me è un argomento molto interessante. Lei è la prima persona che incontro che ha ammazzato qualcuno, lo sa? Allora? Che sensazione si prova a uccidere un uomo?
BUTCH: Facciamo così: tu mi dai una di quelle sigarette che hai lì e io ti racconto tutto. Allora, Esmeralda... Villalobos. Sei messicana?
ESMERALDA: Il nome è spagnolo, però io di origine sono colombiana.
BUTCH: Niente male come nome, tesoro.
ESMERALDA: Grazie. E lei come si chiama?
BUTCH: Butch.
ESMERALDA: Butch. Che cosa vuol dire?
BUTCH: Sono americano. I nostri nomi non significano un cazzo. Dunque, torniamo a noi, Esmeralda. Che vuoi sapere?
ESMERALDA: Voglio sapere che sensazione si prova a uccidere un uomo.
BUTCH: Non te lo so dire. Non sapevo che fosse morto finché non me l'hai detto tu. E adesso che so che è morto vuoi sapere che cosa provo? Non mi sento in colpa nemmeno un po'. Che ti avevo detto,
eh? Quando si è saputo dell'incontro combinato, la mia quota ha preso il volo. Lo so, lo so, è incredibile. Ah, cazzi suoi! Se fosse stato un pugile migliore, sarebbe ancora vivo. Se non si fosse mai
allacciato i guantoni, cosa che non avrebbe mai dovuto fare nella sua vita, sarebbe ancora vivo. Sì, beh. Chi se ne frega! Ormai è finita. Sì, ma ora basta col povero e sfortunato signor Floyd.
Parliamo piuttosto del ricco e prospero signor Butch. Da quanti allibratori l'hai piazzato? Tutti e otto? Quanto ci vorrà per incassare? Avrai tutto entro domani sera. No, capisco, a parte qualche
ritardatario. Oh, cazzo, Scotty, è una buona notizia, davvero fantastica. Sì. No, io e Fabienne ce ne andiamo domani. Magari ci vorranno un paio di giorni per arrivare a Knoxville. D'accordo, bello
mio. Ah, ah, ah! Hai ragione! Accidenti, se hai ragione! Ti saluto, Scotty. La prossima volta che ci vedremo sarà nel Tennessee. Stammi bene.
ESMERALDA: Quarantacinque dollari e sessanta.
BUTCH: Ecco. E... qualcosina in più per il servizio. Allora, se per caso qualcuno ti chiede chi hai portato stasera, che dici?
ESMERALDA: La verità. Tre messicani elegantissimi e un po' bevuti.
BUTCH: Bonsoir, Esmeralda Villalobos.
ESMERALDA: Buenas noches, Butch.
FABIENNE: Spegni la luce.
BUTCH: Va meglio così?
FABIENNE: Oui. Giornata pesante al lavoro?
BUTCH: Abbastanza. Ho fatto a pugni.
FABIENNE: Povero piccolo! Ci facciamo le coccole?
BUTCH: Pensavo di farmi una doccia, puzzo peggio di un cane rognoso.
FABIENNE: No, mi piace il tuo odore.
BUTCH: Mi tolgo il giubbotto.
FABIENNE: Oggi mi sono guardata allo specchio.
BUTCH: Ah.
FABIENNE: Volevo la pancetta.
BUTCH: Lo specchio ti ha fatto venire voglia di mangiare la pancetta?
FABIENNE: Che hai capito? La pancia in fuori, le pancette sono sexy.
BUTCH: Beh, dovresti essere contenta, perché ce l'hai.
FABIENNE: Ma sta' zitto, ciccione! Io non ho la pancetta. Ho solo un po' di pancino, come Madonna quando ha cantato "Lucky Star". Non è la stessa cosa.
BUTCH: Non sapevo che ci fosse una grande differenza tra "pancetta" e "pancino".
FABIENNE: C'è una differenza grossissima.
BUTCH: Ti piacerebbe se avessi la pancetta?
FABIENNE: No. Gli uomini con la pancetta sembrano melanzane, o sembrano gorilla. Ma su una donna la pancetta è molto sexy. Tutto il resto è normale: normale la faccia, normali le gambe, normali i
fianchi, normale il sedere, ma con una pancetta perfettamente rotonda come i bambini. Se l'avessi, mi metterei una maglietta due taglie più piccola per accentuarla.
BUTCH: Credi che gli uomini la troverebbero attraente?
FABIENNE: Me ne frego di quello che gli uomini trovano attraente! Peccato che quello che troviamo piacevole al tatto e piacevole alla vista coincidano raramente.
BUTCH: Se tu avessi la pancetta, ti darei un pugno proprio lì.
FABIENNE: Mi daresti un pugno sulla pancia?
BUTCH: Dritto sulla pancia.
FABIENNE: Ah, ah, ah! E io ti soffocherei! Te la schiaccerei forte sulla faccia fino a non farti respirare!
BUTCH: Faresti questo?
FABIENNE: Sì.
BUTCH: Davvero?
FABIENNE: Sì.
BUTCH: Hai preso tutto?
FABIENNE: Sì, tutto.
BUTCH: Sei stata brava, zuccherino.
FABIENNE: È andato tutto come previsto?
BUTCH: Non l'hai seguito alla... Oh! Non l'hai seguito alla radio?
FABIENNE: Non li seguo mai i tuoi incontri. Hai vinto tu?
BUTCH: Ho vinto. Sì.
FABIENNE: Vuoi ancora ritirarti?
BUTCH: Sì, certamente.
FABIENNE: Ha funzionato tutto alla fine.
BUTCH: Non siamo ancora alla fine, bambina.
FABIENNE: Siamo in un grosso pericolo, non è così? Se ci trovano, ci ammazzano, di' la verità. Ma io credo che non ci troveranno mai. Vuoi ancora che io venga via con te? Non voglio esserti di peso o
d'intralcio, io... Dillo.
BUTCH: Fabienne, voglio che tu stia insieme a me.
FABIENNE: Per sempre?
BUTCH: Per sempre insieme.
FABIENNE: Tu mi ami?
BUTCH: Ti amo moltissimo.
FABIENNE: Allora...
BUTCH: Sì?
FABIENNE: Voglio che mi baci come hai fatto l'altro giorno.
BUTCH: Fallo prima tu.
FABIENNE: Sì, ma prima tu.
BUTCH: Va bene.
FABIENNE: Va bene. Butch, amore mio, l'avventura è cominciata.
BUTCH: Devo essermi incrinato una costola.
FABIENNE: Quando mi hai fatto godere con la bocca?
BUTCH: No, ritardata, nell'incontro.
FABIENNE: Non chiamarmi ritardata.
BUTCH: Mi chiamo Fabienne! Mi chiamo Fabienne!
FABIENNE: Smettila.
BUTCH: Mi chiamo Fabienne!
FABIENNE: Smettila! E sta' zitto, non fare lo stronzo! Odio questa voce da mongoloide!
BUTCH: Va bene. Va bene, scusa, scusa, scusa. Mi rimangio tutto. Mi passeresti un asciugamano asciutto, mio bellissimo tulipano?
FABIENNE: Oh, questo mi piace. Mi piace essere chiamata tulipano. Tulipano è molto meglio di mongoloide.
BUTCH: Non ti ho chiamata mongoloide. Ti ho chiamato ritardata, ma me lo sono rimangiato.
FABIENNE: Butch.
BUTCH: Sì, crostatina mia.
FABIENNE: Dov'è che stiamo andando?
BUTCH: Non lo so ancora. Dovunque vorrai. Questa cosa ci darà un sacco di soldi. Non sarà un pozzo senza fondo. Non potremo vivere per sempre in una cuccia dorata. Pensavo magari di andare da qualche
parte nel sud del Pacifico. Con tutti i soldi che ci becchiamo, laggiù possiamo tirare avanti per un bel pezzo.
FABIENNE: Volendo potremmo vivere a Bora Bora.
BUTCH: Ah, ci puoi scommettere. E se dopo un po' ti sei stufata, andiamo in qualche altro posto, forse a Tahiti, o in Messico.
FABIENNE: Ma io non so parlare lo spagnolo.
BUTCH: Beh, se è per questo non parli neanche il Bora Bora. E poi il messicano è facile. Donde està el zapateria?
FABIENNE: Che cosa vuol dire?
BUTCH: Dove sta il negozio di scarpe.
FABIENNE: Donde està...
BUTCH: Sputa, prima.
FABIENNE: Donde està el zapateria?
BUTCH: Hai una pronuncia meravigliosa. In un lampo sarai la mia piccola mamacita. Qué hora es?
FABIENNE: Qué hora es?
BUTCH: Eh?
FABIENNE: Qué hora es?
BUTCH: È l'ora della nanna. Sogni d'oro, tesoro.
FABIENNE: Butch? Fa niente.
BUTCH: Aaah!
FABIENNE: Oddio! Mi hai fatto paura. Hai fatto un brutto sogno?
BUTCH: Che cosa è che stai vedendo?
FABIENNE: Un film con le motociclette, non lo so il titolo.
BUTCH: E lo stai vedendo?
FABIENNE: In un certo senso.
BUTCH: È un po' presto la mattina per le esplosioni e le bombe.
FABIENNE: Perché non me lo racconti?
BUTCH: Che ne so, Fabienne, sei tu che lo stai vedendo.
FABIENNE: Ma no, stupidino, perché non mi racconti il tuo sogno?
BUTCH: Non posso, non me lo ricordo. Non mi ricordo mai quello che sogno. Mai.
FABIENNE: Ma guardàtelo come brontola la mattina! Perché non ti alzi e facciamo colazione?
BUTCH: Un altro bacio e mi alzo.
FABIENNE: Soddisfatto?
BUTCH: Sì.
FABIENNE: E allora àlzati, razza di pigrone!
BUTCH: Che ore sono?
FABIENNE: Sono quasi le 9:00. Ma noi a che ora abbiamo il treno?
BUTCH: Alle 11:00.
FABIENNE: Sai cosa voglio mangiare a colazione?
BUTCH: Cosa, crostatina?
FABIENNE: Voglio mangiare un bel piattone di frittelle di mirtilli con tanto sciroppo di acero sopra, uova strapazzate e anche cinque salsicce.
BUTCH: E che cosa vuoi bere?
FABIENNE: Così stai benissimo! Ehm... Voglio bere un bicchierone di succo d'arancia e una tazza di caffè forte. E poi voglio una gran fetta di crostata.
BUTCH: La crostata a colazione? Eh, eh, eh!
FABIENNE: Qualunque momento è buono per la crostata. Crostata ai mirtilli, così va bene con le frittelle, ricoperta da un sottile strato di formaggio fuso.
BUTCH: Dov'è il mio orologio?
FABIENNE: Sta lì.
BUTCH: No, non c'è.
FABIENNE: Hai guardato?
BUTCH: Certo che ho guardato! Secondo te, che cosa sto facendo? Sei sicura di averlo preso?
FABIENNE: Sì, l'ho preso dal cassetto del comodino.
BUTCH: Sul piccolo canguro?
FABIENNE: Sì, sul piccolo canguro.
BUTCH: E comunque, qui adesso non c'è!
FABIENNE: Ma dovrebbe esserci.
BUTCH: Sì, lo so anch'io che dovrebbe esserci, però adesso qui non c'è! Perciò dove cazzo sta? Fabienne, quell'orologio apparteneva a mio padre. Hai idea di quante ne ha passate per farmi avere
quell'orologio? Non ho tempo per i dettagli, ma ne ha passate un sacco. Ora, tutte queste stronzate le puoi anche bruciare, ma ti ho espressamente raccomandato di non dimenticarti di quel cazzo di
orologio! Su, rifletti. L'hai preso?
FABIENNE: Penso di sì.
BUTCH: Pensi di sì? Ma che cazzo significa? O l'hai preso o non l'hai preso, cazzo!
FABIENNE: Allora l'ho preso.
BUTCH: Sei sicura?
FABIENNE: No.
BUTCH: Cazzo! Cazzo! Cazzo! Vaffanculo! Stronzo! Vaffanculo! Non c'è nessuno più stronzo di te sulla faccia della Terra! Non è colpa tua. Se l'hai lasciato nell'appartamento... Se l'hai lasciato
nell'appartamento, non è colpa tua. Dovevi prendere un sacco di cose. Ti avevo raccomandato di portarlo, ma non... non ti avevo chiarito l'importanza di quell'orologio per me. Se mi fregava solamente
di quello, dovevo dirtelo. Tu non vedi nelle sfere, giusto?
FABIENNE: Mi... Mi dispiace.
BUTCH: Fa niente. Solo, non posso fare colazione con te.
FABIENNE: Che... che cosa significa questo?
BUTCH: Che devo tornare nel mio appartamento, a prendere l'orologio.
FABIENNE: Ma i gangster non ti staranno aspettando?
BUTCH: Beh, è quello che scoprirò. Se ci sono e non posso cavarmela, sparisco.
FABIENNE: L'avevo visto il tuo orologio, ero proprio sicura di averlo portato.
BUTCH: Ti lascio dei soldi, per le tue frittelle. Fa' una buona colazione. Prendo la tua Honda. Tornerò prima che tu riesca a dire "crostata di mirtilli".
FABIENNE: Crostata di mirtilli.
BUTCH: Forse non così presto. Ma abbastanza presto, d'accordo?
FABIENNE: Hm-hm.
BUTCH: Ciao.
FABIENNE: Ciao.
BUTCH: Cazzo! Fra tutte quelle schifo di cose che poteva dimenticare, dimentica l'orologio di mio padre! Eppure io mi ero raccomandato: l'ho messo sul comodino, lo trovi sul canguro! Ho detto
le parole: "Non dimenticare l'orologio di mio padre"! Sei una forza, Butch!
BUTCH: È così che puoi batterli, Butch! Continuano a sottovalutarti. Countin' flowers on the wall / That don't bother me at all / Playin' solitaire
till dawn with a deck of fifty-one / Smokin' cigarettes and watchin' Captain Kangaroo...
MARSELLUS: Brutto figlio di puttana!
I PASSANTE: Oddio! È morto?
II PASSANTE: Sì, è morto. No!
I PASSANTE: Se le serve un testimone, sarò lieta di aiutarla. Ho visto tutto: quello è un maniaco ubriaco. Prima ha investito lei, poi quella macchina!
MARSELLUS: Chi?
I PASSANTE: Quello là.
MARSELLUS: Hai finito di vivere!
PASSANTI: Oh! Aaah!
MAYNARD: Che ti è successo? Che vuoi?
BUTCH: Non rompermi le palle!
MAYNARD: Ehi, aspetta un momento! Che intenzioni hai? Che vuoi fare?
BUTCH: Vieni qui, figlio di puttana! La senti la fitta, bello mio, eh? È l'orgoglio che te lo mette nel culo! Devi superare certe cagate! Eh? Eh?
MARSELLUS: Ti conviene uccidermi!
BUTCH: Sì, qualcuno finirà ucciso! A qualcuno salterà quel cervello di merda!
MAYNARD: Fermo, non ti muovere, stronzetto!
BUTCH: Non t'impicciare! Non sono cazzi tuoi!
MAYNARD: Da questo momento lo sono. Molla quella pistola.
BUTCH: Tu non capisci, amico!
MAYNARD: Molla quella pistola! Togli il piede dal negro, metti le mani dietro la testa. Avvicinati al bancone.
BUTCH: Questo schifoso sta cercando...
MARSELLUS: Ah!
BUTCH: ... di ammazzarmi!
MAYNARD: Zitto, continua ad avanzare. Avanti! Zed, Maynard. Sì, il ragno ha appena catturato due mosche.
MAYNARD: Nessuno ammazza qualcuno nel mio negozio, tranne me e Zed. Questo è Zed.
ZED: Avevi detto che mi aspettavi.
MAYNARD: L'ho fatto.
ZED: Come mai sono conciati così?
MAYNARD: Se le sono date da soli. Sono entrati già in queste condizioni. Quello a destra stava per sparare a quest'altro.
ZED: Ma non mi dire. Davvero volevi sparargli? Eh? Grace sta bene messa qui fuori?
MAYNARD: Sì. Non è martedì, no?
ZED: No, è giovedì.
MAYNARD: Allora siamo tranquilli.
ZED: Bene, fa' uscire lo storpio.
MAYNARD: Adesso starà dormendo.
ZED: Beh, pare proprio che ora dovrai svegliarlo, non credi?
MAYNARD: Alzati.
ZED: In ginocchio.
MAYNARD: Chi dei due ti vuoi fare per primo?
ZED: Ancora non lo so. Chissà, chissà / la fortuna chi l'avrà? / Chissà, chissà / la fortuna chi l'avrà? / Chi l'avrà, chi l'avrà chissà? / Uno, due, tre, tocca a te. Tocca a te, campione. Te lo vuoi
fare qui?
MAYNARD: No, è meglio nella vecchia stanza di Russell.
ZED: Per me va bene.
MAYNARD: Tu tieni d'occhio questo qui.
ZED: Sta' fermo!
MAYNARD: Sta' giù! Ancora!
ZED: Ti piace, eh?
MAYNARD: Più forte! Sì! Più forte!
ZED: Adesso! Adesso! Sta' fermo!
MAYNARD: Ancora! Prendi!
ZED: Sì! Ti piace, eh?
BUTCH: Vuoi la pistola. Vero, Zed? Eh? Coraggio, puoi prenderla. Su, raccoglila. Avanti, dai, forza! La devi raccogliere, Zed.
MARSELLUS: Lascialo a me.
BUTCH: Stai bene?
MARSELLUS: No, amico. Mai stato così lontano dallo stare bene.
BUTCH: E adesso?
MARSELLUS: E adesso... Ora ti dico adesso cosa: chiamerò qualche scagnozzo strafatto di crack per fare un lavoretto in questo cesso con un paio di pinze e una buona saldatrice. Hai sentito quello che
ho detto, pezzo di merda? Con te non ho finito neanche per il cazzo! Ho una cura medievale per il tuo culo!
BUTCH: Dicevo, adesso che sarà tra me e te?
MARSELLUS: Ah, in quel senso là. Adesso ti dico che sarà tra me e te. Non c'è niente tra me e te. Non c'è più niente.
BUTCH: Pace, allora.
MARSELLUS: Pace, allora. Due cose. Uno: non raccontare questa storia. Questa cosa resta fra me, te, e il merdoso che presto vivrà il resto della sua stronza breve vita fra agonie e tormenti, il
violentatore qui. Non riguarda nessun altro questo affare. Due: lascia la città stasera, all'istante, e una volta fuori, resta fuori, o ti faccio fuori. A Los Angeles hai perso i tuoi
privilegi.
BUTCH: Va bene.
MARSELLUS: E adesso vattene via.
BUTCH: Oh, cazzo! Fabienne! Fabienne! Fabienne!
FABIENNE: Butch!
BUTCH: Presto, tesoro, presto! Prendi la tua roba. Dobbiamo andarcene.
FABIENNE: Butch, ero preoccupata! E i bagagli?
BUTCH: Affanculo i bagagli! Se non ci muoviamo sùbito perdiamo il treno! Dai, sbrigati, ti aspetto giù.
FABIENNE: È tutto a posto?
BUTCH: Muoviti, muoviti, muoviti!
FABIENNE: Siamo in pericolo?
BUTCH: Muoviti! Dai, muoviti!
FABIENNE: Dove l'hai presa quella motocicletta?
BUTCH: Non è una motocicletta, tesoro. È un chopper. Dai, andiamo.
FABIENNE: E la mia Honda che fine ha fatto?
BUTCH: Mi dispiace, piccola, ma non esiste più la tua Honda. E ora, per favore, vuoi scendere? Forza, andiamo! Andiamo, andiamo, andiamo!
FABIENNE: Sei ferito?
BUTCH: No, no. No, no, forse mi sono solo rotto il naso, una scemata. Monta, dai. Piccola, per favore, tesoro, lo vuoi capire che dobbiamo andarcene, Cazzo! Sali! Scusa, vieni qui, vieni qui. Vieni
qui, amore. Scusa. Scusa. Scusa.
FABIENNE: Sei stato via così tanto che mi sono venuti brutti pensieri.
BUTCH: Mi dispiace, non volevo farti preoccupare. Va tutto bene. Com'era la colazione?
FABIENNE: Era buona.
BUTCH: Hai preso le frittelle? Le frittelle con tanti mirtilli?
FABIENNE: No, non ce le avevano le frittelle ai mirtilli, ho dovuto prendere la panna cotta. Sei sicuro di stare bene?
BUTCH: Amore, da quando ti ho lasciato ti assicuro che questo è stato in assoluto il giorno più incredibile della mia vita. Forza, monta. Ti racconto tutto. Dai, sali, su, dobbiamo andare. Dobbiamo
andare, forza. Sali, su.
FABIENNE: Ma questa motocicletta di chi è?
BUTCH: È un chopper, piccola.
FABIENNE: Sì. Questo chopper di chi è?
BUTCH: Di Zed.
FABIENNE: Chi è Zed?
BUTCH: Zed è morto, piccola. Zed è morto.
"LA SITUAZIONE DI BONNIE"
JULES: Sì, tu l'hai fatto! Brett, hai cercato di fotterlo!
BRETT: No!
JULES: Ma a Marsellus Wallace non piace farsi fottere da anima viva tranne che dalla signora Wallace.
QUARTO UOMO: Oddio, ti prego, non voglio morire.
JULES: Leggi la Bibbia, Brett?
BRETT: S... s... sì.
JULES: E allora ascolta questo passo che conosco a memoria, è perfetto per l'occasione. Ezechiele, 25:17. "Il cammino dell�uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri
egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre, perché egli è in verità il
pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti, e la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare e infine a
distruggere i miei fratelli, e tu saprai che il mio nome è quello del Signore quando farò calare la mia vendetta sopra di te".
MARVIN: È la fine! È la fine! È la fine! È la fine!
VINCENT: Quello è amico tuo? Hm?
MARVIN: Sono nella merda! Cazzo, sono nella merda!
JULES: Ah, Vincent, Marvin. Marvin, Vincent.
VINCENT: Digli di stare un po' zitto. Mi dà ai nervi.
MARVIN: Sono fottuto! Sono fottuto! Sono fottuto, cazzo!
JULES: Marvin!
MARVIN: Sono fottuto! Sono fottuto!
JULES: Marvin! Marvin! La pianterei con queste stronzate al posto tuo.
QUARTO UOMO: Crepate, figli di puttana! Dovete crepareee!
VINCENT: Ehi, perché cazzo non ce l'hai detto che c'era qualcuno nel bagno? Passato di mente? Ti eri dimenticato che lì dentro c'era uno con uno schifosissimo cannone in mano?
JULES: Hai visto quant'era grossa la pistola con cui ci ha sparato? Era più grande di lui, merda. Porca puttana, dovremmo essere morti.
VINCENT: Lo so, siamo stati fortunati.
JULES: No, no, no, no, no, non è stata fortuna.
VINCENT: Sì, può darsi.
JULES: È stato l'intervento divino. Lo sai cos'è l'intervento divino?
VINCENT: Credo di sì. Significa che Dio è venuto giù dal cielo e ha deviato i proiettili?
JULES: Proprio così, Vincent, è esattamente quello che significa. Dio è venuto giù dal cielo e ha deviato questi maledetti proiettili!
VINCENT: Secondo me è il momento di andarcene, Jules.
JULES: Non prenderla come una stronzata da poco, cazzo! Quello che è successo qui è un miracolo!
VINCENT: Le coincidenze ci sono sempre.
JULES: Hai torto. Hai torto. Questa non è stata una coincidenza.
VINCENT: Vuoi continuare questa discussione teologica in macchina oppure in galera con gli sbirri?
JULES: A quest'ora dovremmo essere morti, amico mio! Quello che è successo qui è stato un miracolo, e cazzo, voglio che tu riconosca che è così!
VINCENT: E va bene, è stato un miracolo. Ora possiamo andare?
JULES: Forza, negro, muoviti! Cazzo.
VINCENT: Hai mai visto quel programma sugli sbirri? Una volta lo stavo guardando e c'era uno sbirro che raccontava di una sparatoria in un corridoio con un tizio, va bene, gli ha svuotato addosso il
caricatore, e non è successo niente, non l'ha colpito. Capisci, erano solo lui e quell'altro. Insomma, ecco, è pazzesco, ma... ma può capitare.
JULES: Senti, se vuoi giocare a fare il cieco, segui pure il tuo pastore, ma per quanto mi riguarda gli occhi mi si sono aperti.
VINCENT: Che cazzo significa?
JULES: Ho chiuso, questo significa. D'ora in poi puoi considerarmi un uomo in pensione.
VINCENT: Oh, Cristo Santo...
JULES: Non bestemmiare!
VINCENT: Perdio...
JULES: Ti ho detto di non bestemmiare!
VINCENT: Ehi, mi spieghi perché stai andando fuori di testa?
JULES: Senti, lo dirò a Marsellus oggi stesso. Basta, ho chiuso.
VINCENT: Già che ci sei, perché non gli dici anche come mai?
JULES: Tranquillo, glielo dirò.
VINCENT: Diecimila dollari che si piscia addosso dalle risate.
JULES: Non me ne frega un cazzo se lo fa.
VINCENT: Marvin, tu che ne pensi di tutto questo?
MARVIN: Amico, non mi sono fatto un'opinione.
VINCENT: Ma devi esserti fatto un'opinione! Insomma, secondo te, a deviare il proiettile, è venuto Dio in persona? Porca puttana!
JULES: Che cazzo è successo, si può sapere? Ah, che schifo!
VINCENT: Ho preso in piena faccia Marvin!
JULES: Ma mi dici perché lo hai fatto?
VINCENT: Ma non volevo farlo! È stato un incidente.
JULES: Senti, bello, ne ho viste di stronzate nella mia vita, ma questa...
VINCENT: Datti una calmata! È stato un incidente, probabilmente. Probabilmente hai preso una buca, ecco.
JULES: La macchina non ha preso nessuna maledetta buca!
VINCENT: Ehi, senti, basta, non volevo, eh?, non volevo sparare a questo figlio di puttana, è partito un colpo, ecco.
JULES: Ma guarda che casino hai combinato! Ci troviamo in una strada in città e in pieno giorno!
VINCENT: Non posso crederci...
JULES: Ci puoi credere, figlio di puttana! Dobbiamo togliere la macchina dalla strada: gli sbirri tendono a notare cose tipo guidare una macchina inzuppata di sangue!
VINCENT: Portala in un posto di amici. Facciamo qualcosa. Facciamola lavare!
JULES: Siamo nella Valley! Marsellus non ha nessun posto di amici nella Valley.
VINCENT: Ma porca vacca! Questa non è la mia città! Lo vuoi capire?
JULES: Oh, cazzo!
VINCENT: Che stai facendo?
JULES: Voglio chiamare un amico a Toluca Lake.
VINCENT: Dov'è Toluca Lake?
JULES: Oltre quella collina, vicino a Burbank. Ci sono anche gli Studi. Se Jimmie non sta a casa, non so che cazzo dobbiamo fare, perché non ho nessun altro amico in questa zona. Jimmie, ehi, ehi!
Come te la passi? Sono Jules. Ascolta, Jimmie, io e un mio carissimo amico ci troviamo nella merda. Siamo in macchina, e dobbiamo toglierci di mezzo al più presto. Ci servirebbe il tuo garage per un
paio d'ore. Dobbiamo andarci molto delicati con Jimmie in questa situazione. Una parola sbagliata e ci sbatte fuori dalla porta a calci in culo.
VINCENT: E se lo fa, noi che facciamo?
JULES: Beh, non ce ne andremo prima di aver fatto qualche telefonata, ma non voglio arrivare a questo punto. Insomma, Jimmie è un amico, non vai a casa di un amico e cominci a dirgli cosa deve
fare.
VINCENT: Digli solo di non rompere troppo le palle. Voglio dire, si è messo a dare i numeri quando ha visto il nostro Marvin.
JULES: Beh, prova a metterti nei suoi panni. Sono le otto del mattino, si era appena svegliato, non se l'aspettava questa cosa. In fondo, cazzo, dobbiamo ricordarci che è lui che sta facendo un
favore a noi.
VINCENT: Ma se questo significa che devo essere trattato di merda può infilarselo dritto nel culo il favore, non mi interessa.
JULES: Ma porca puttana! Che cazzo stai facendo con quest'asciugamano?
VINCENT: Mi stavo asciugando le mani.
JULES: Beh, di solito uno se le lava, prima!
VINCENT: Hai visto che me le sono lavate!
JULES: Ho visto che te le sei bagnate!
VINCENT: Le stavo lavando! Questa schifezza è difficile da togliere, se ci fosse della pietra pomice avrei fatto di meglio!
JULES: Però io ho usato lo stesso sapone. Quando ho finito, l'asciugamani non somigliava a un maxi assorbente. E se ora entra e trova l'asciugamani conciato così, Vincent? Sono fesserie come questa
che poi fanno finire una situazione in vacca, amico. Senti, io non ti sto minacciando, è chiaro? Lo sai che ti rispetto eccetera, ma non devi mettermi in questa condizione, chiaro?
VINCENT: Chiaro. D'accordo, d'accordo. Se me lo chiedi gentilmente, nessun problema. Occupati del tuo amico, vai, non m'interessa.
JULES: Mmmh, porca puttana, Jimmie, questa qui è roba da leccarsi i baffi! Io e Vincent ci saremmo accontentati di un caffè solubile istantaneo, giusto? E invece lui ci tira fuori questa roba da
buongustai, ma... ma come la fai questa meraviglia?
JIMMIE DIMMICK: Piantala Jules.
JULES: Che c�è?
JIMMIE: Non c�è bisogno che tu mi venga a dire che il mio caffè è buono, intesi? Sono io che lo compro, e so quanto è buono. Quando è Bonnie a fare la spesa compra delle cagate, io compro sempre
roba costosa perché quando la bevo voglio gustarla. Ma lo sai che cosa ho in testa in questo momento? Non è il mio caffè nella mia cucina, ma il vostro negretto disintegrato nel mio garage.
JULES: Oh, Jimmie, non devi preoccuparti...
JIMMIE: No, no, no, no, non dirmi di non preoccuparmi di niente. Voglio farti una domanda: quando sei arrivato qui hai visto per caso scritto davanti a casa mia "deposito di negri morti"?
JULES: Jimmie, lo sai che non è questo...
JIMMIE: No, no, no, no, rispondi: hai visto per caso scritto davanti a casa mia "deposito di negri morti"?
JULES: No, non l�ho visto.
JIMMIE: E sai perché non l�hai visto?
JULES: Perché?
JIMMIE: Perché non c�è scritto "conservare i negri stecchiti", non è affatto il mio campo, è questo il motivo!
JULES: Jimmie, noi non vogliamo depositare...
JIMMIE: No, no, no, no, ma non ti rendi conto, cazzo!, che se Bonnie torna ora e trova quel cadavere qui dentro mi tocca divorziare? Niente consulente matrimoniale, niente periodo di prova. Devo
affrontare il divorzio, capito? E io non ho voglia di affrontare il divorzio! Ora, senti, ecco cazzo, io voglio darti una mano, ma non voglio perdere mia moglie per questo, è chiaro?
JULES: Jimmie... Jimmie, lei non ti lascerà.
JIMMIE: E basta! Smettila di ripetermi Jimmie, Jules, chiaro? Non fai che ripetermi Jimmie, ma non esiste niente che tu possa dire che mi farà dimenticare che sono innamorato di mia moglie! Ora
senti, insomma... Bonnie torna a casa dall�ospedale tra un�ora e un quarto, capisci? Ha fatto il turno di notte, all�ospedale. Devi fare qualche telefonata, sì? Devi chiamare qualche pezzo
grosso? E allora chiama, e poi vattene da questa casa prima che lei arrivi!
JULES: Ehi, tutto liscio, alla grande, noi non ti vogliamo lasciare nella merda, non farò altro che chiamare i miei e loro ci aiuteranno, sta' tranquillo.
JIMMIE: Non vuoi lasciarmi nella merda? Nella merda ci sono già! Sarò in una merda monumentale se Bonnie torna a casa ora. Perciò fammi un favore, va bene? il telefono è in camera da letto, ti
consiglio di andarci!
MARSELLUS: Beh, diciamo che torna a casa. Cosa pensi che farà? Non mi dire "cazzo avrà una crisi", questa non è una risposta. Insomma tu la conosci,
io no. Una crisi grossa o piccola?
JULES: Ti conviene valutare l�elemento esplosivo rappresentato da Bonnie e la sua situazione. Voglio dire, se torna a casa dopo una dura nottata di lavoro e trova in cucina dei gangster, che fanno
cose da gangster, eh... chi può dire cos�è capace di fare?
MARSELLUS: Questo l�ho afferrato, Jules, sto soltanto esaminando i se.
JULES: Non voglio sentire nessun cazzo di "se"! La sola cosa che ti deve uscire dal culo è "non ci sono problemi Jules, penso io a questa puttanata. Torna là dentro, rassicura i ragazzi e aspetta la
cavalleria, che dovrebbe arrivare per direttissima"!
MARSELLUS: Non ci sono problemi Jules. Penso io a questa puttanata, torna là dentro e rassicura i ragazzi. E aspetta Wolf che arriverà per direttissima.
JULES: Vuoi mandare Wolf?
MARSELLUS: Ti senti meglio, figlio di puttana?
JULES: Sì, grande capo, certo, non dovevi dire altro!
WINSTON "THE WOLF" WOLFE: È un tipo isterico? A che ora è prevista? Hm-hm. Ripetimi i nomi dei presenti. Jules, nero. Hm-hm. Vincent, bianco. Jimmie, bianco. Bonnie, nera. Hm-hm. Un corpo senza
testa. Ci vogliono trenta minuti. Ce ne metterò dieci.
9 MINUTI E 37 SECONDI DOPO...
WOLF: Tu sei Jimmie, giusto? È casa tua?
JIMMIE: Sì, proprio così.
WOLF: Sono il signor Wolf, risolvo problemi.
JIMMIE: Ah, bene. Ne abbiamo uno.
WOLF: Me l'hanno detto. Posso accomodarmi?
JIMMIE: Ma sì, la prego. Entri.
WOLF: Tu devi essere Jules, perciò tu sei Vincent. Veniamo subito al sodo, signori. Se sono stato informato correttamente, le lancette volano.
JIMMIE: Al 100%.
WOLF: Tua moglie Bonnie torna a casa alle nove e mezza del mattino, è esatto?
JIMMIE: Hm-hm.
WOLF: Mi è stato fatto capire che se dovesse tornare e ci trovasse qui non ne sarebbe troppo soddisfatta.
JIMMIE: Per niente.
WOLF: Bene, questo ci dà quaranta minuti per toglierci dalle palle. Che se fate quello che vi dico e quando ve lo dico, sono sufficienti. Allora, in garage avete una macchina con un cadavere a cui
manca la testa. Portatemici. Jimmie.
JIMMIE: Ah-ah?
WOLF: Fammi un favore, ti dispiace? Ho sentito un buon odore di caffè. Me ne dai una tazza?
JIMMIE: Sì, sùbito. Ah... Come lo prende?
WOLF: Molta panna, molto zucchero. Riguardo alla macchina, c'è qualcosa che devo sapere? Si ingolfa, fa fumo, è molto rumorosa, c'è benzina... qualsiasi cosa.
JULES: A parte l'aspetto la macchina è a posto.
WOLF: Sicuro? Non voglio uscire per strada e magari gli stop non funzionano.
JULES: Ehi, amico, per quanto ne so io questa figlia di puttana è perfetta.
WOLF: Meglio così. Torniamo in cucina.
JIMMIE: Ecco, signor Wolf.
WOLF: Grazie, Jimmie. Hm...
JIMMIE: Eh, eh!
WOLF: Allora, prima cosa, voi due: prendete il corpo e mettetelo nel portabagagli. Jimmie, la tua sembra una casa ben curata. Questo mi fa pensare che nel garage, o sotto il lavandino, ci sono molti
prodotti: detersivi...
JIMMIE: Sì, sì, sotto il lavandino.
WOLF: Bene. Quello che voi due dovete fare è prendere questi detersivi e pulire l'interno della macchina. Intendo dire presto, presto, presto. Dovete andare sul sedile posteriore e raccogliere tutti
quei pezzettini di cervello e di cranio, e toglierli da lì. Pulite la tappezzeria. Riguardo alla tappezzeria, non è necessario che sia immacolata, non dobbiamo farci un banchetto. Dategli solo una
buona strofinata. Quello di cui dovete occuparvi sono le parti ridotte veramente male, quelle pozze di sangue che si sono formate, quella schifezza, bisogna asciugarla. Ora, Jimmie, dobbiamo
saccheggiare la tua biancheria. Mi servono coperte, trapunte imbottite e copriletti. Più sono pesanti e scure, meglio è. Niente roba bianca. Non possiamo usarla.
JIMMIE: Ah, no.
WOLF: Dobbiamo camuffare l'interno della macchina. Copriremo il sedile anteriore, quello posteriore e i tappetini con trapunte e coperte. Certo, se un poliziotto ci ferma e infila il suo grugno nella
macchina, lo stratagemma non funzionerà. Ma a una prima occhiata l'auto sembrerà normale. Jimmie, fai strada. Voi due al lavoro!
VINCENT: Un "per favore" sarebbe carino.
WOLF: Che hai detto, scusa?
VINCENT: Ho detto che un "per favore" sarebbe carino.
WOLF: Chiariamoci, campione, non sono qui per dire "per favore". Sono qui per dirti cosa fare. E se un istinto di conservazione ancora lo possiedi, sarà meglio che tu lo faccia, e sùbito, anche. Sono
qui per dare una mano. E se il mio aiuto non è apprezzato, tanti auguri, signori miei.
JULES: No, no, no, signor Wolf, le cose non stanno così. Il suo aiuto è sicuramente apprezzato.
VINCENT: Mister Wolf, ascolti. La mia non è mancanza di rispetto, chiaro? Io la rispetto. Solo che non mi piace che la gente mi abbai gli ordini, tutto qua.
WOLF: Sono brusco con voi solo perché il tempo è a sfavore. Penso in fretta, quindi parlo in fretta. E voi dovete agire in fretta se volete cavarvela. Perciò vi prego, per piacere, pulite quella
cazzo di macchina.
VINCENT: Non cominciare a guardarmi così, va bene? Conosco quello sguardo.
WOLF: È una Chevrolet del 1974. Verde. Niente, tranne il casino all'interno. Ah, circa venti minuti. Uno di cui non sentiremo la mancanza. Sei un brav'uomo, Joe. Grazie mille. Come andiamo,
Jimmie?
JIMMIE: Piuttosto bene. È tutto qui. Ma... signor Wolf, lei deve capire una cosa...
WOLF: Winston. Jimmie, per favore, Winston.
JIMMIE: D'accordo. Devi capire una cosa, Winston. Ah... No, grazie. Questa è la nostra biancheria migliore. Ed è... È stato... è stato un regalo di nozze di mio zio Conrad e mia zia Ginny. Loro ormai
non ci sono più. Io desidero aiutarti, eccome...
WOLF: Voglio farti una domanda, Jimmie, se non ti dispiace.
JIMMIE: No, no, no, fa' pure.
WOLF: Lo zio Conrad e la zia Ginny erano miliardari?
JIMMIE: No, no.
WOLF: Bene, lo zio Marsellus invece sì. E sono sicurissimo che se lo zio Conrad e la zia...
JIMMIE: Ginny.
WOLF: ... Ginny fossero qui, vi regalerebbero volentieri un'intera camera da letto. Cosa che lo zio Marsellus sarebbe felicissimo di fare. A me piacciono i mobili di rovere. Ce li ho nella mia camera
da letto. Tu che ne pensi, Jimmie? Ti piace il rovere?
JIMMIE: Il rovere è bello.
JULES: Oh, merda... Non ti perdonerò mai per la stronzata che hai fatto. Questa roba fa schifo. Schifo.
VINCENT: Conosci quella filosofia, secondo cui quando un uomo ammette di avere sbagliato gli vengono immediatamente perdonati tutti i suoi errori? L'hai mai sentito dire?
JULES: Sparisci dalla mia vista con queste cagate. Il figlio di puttana che l'ha detto non ha mai dovuto raccogliere pezzettini di cranio per colpa della tua stupidità!
VINCENT: C'è un limite, Jules, c'è un limite preciso alle offese che posso accettare! In questo momento sono una macchina da corsa e tu mi spingi al massimo! Ti sto soltanto dicendo che è
pericolosissimo spingere al massimo una macchina da corsa, tutto qua. Potrei esplodere.
JULES: Oh! Stai per esplodere?
VINCENT: Sì! Sto per esplodere!
JULES: E io sono un fungo atomico sterminatore, figlio di puttana! Figlio di puttana, ogni volta che le mie dita toccano cervelli divento Superfly TNT, divento "I cannoni di Navarone"! Infatti!" Ma
che cazzo ci sto a fare io qui dietro? Sei tu che devi pensare al cervello! Scambiamoci il posto! Io pulisco i finestrini e tu raccogli il cranio di questo stronzo!
WOLF: Ottimo lavoro, signori. Forse possiamo cavarcela.
JIMMIE: Incredibile, non sembra la stessa macchina!
WOLF: Beh, non è ancora il momento di cominciare a farci i pompini a vicenda. La prima fase è completata, pulire la macchina. Il che ci porta alla seconda fase, pulire voi due. Spogliatevi.
VINCENT: Completamente?
WOLF: A culo nudo. Svelti, signori miei. Abbiamo circa quindici minuti prima che la dolce metà di Jimmie imbocchi il viale.
JULES: Ah, l'aria della mattina è fredda, cazzo!
VINCENT: Sicuro che sia assolutamente necessario?
WOLF: Sapete voi due che sembrate?
VINCENT: Cosa?
WOLF: Due che hanno fatto appena esplodere la testa di un uomo. Togliersi quegli stracci insanguinati è assolutamente necessario. Metteteli nel sacco della spazzatura.
JULES: Oh! Non fare la stupidaggine di lasciare questa roba davanti a casa tua per il netturbino.
WOLF: Non preoccuparti, la portiamo con noi. Jimmie, il sapone.
JIMMIE: Ecco.
WOLF: Benissimo, signori, siete già stati in carcere entrambi, ne sono sicuro. Attenzione, arriva!
JULES: Porca troia, è gelata!
WOLF: Meglio a voi che a me, signori. Non abbiate paura del sapone. Lavatevi bene.
JIMMIE: Bagnagli bene la testa.
JULES: Sui capelli! Mandami l'acqua sui capelli! Avanti, cazzo! Eh!
WOLF: Asciugamani. Sono asciutti, non perdiamo tempo. Dagli i vestiti. Ah, ah, ah! Perfetto! Perfetto, non avremmo potuto fare di meglio. Ragazzi, ora sembrate... Cosa ti sembrano, Jimmie?
JIMMIE: Eh... Due cazzoni!
WOLF: Ah, ah, ah, ah!
JIMMIE: Sì, sembrano un paio di cazzoni!
WOLF: Ah, ah, ah, ah!
JULES: Ah, ah! Sono i tuoi vestiti, stronzo!
WOLF: Forza, signori miei. Se restiamo a ridere finiamo in prigione. Non fatevi pregare. Benissimo, signori, chiariamo le regole da seguire sulla strada. Andiamo in un posto chiamato "Lo
sfasciacarrozze del mostro Joe". Ora, Mostro Joe e sua figlia Raquel finiranno di risolvere il nostro problema. Il posto è a North Hollywood. Perciò, tranne qualche deviazione, andremo dritti
per la Hollywood Way. Allora, io guido la macchina incriminata. Jules, tu vieni con me.
JULES: Hm-hm.
WOLF: Vincent, tu ci segui con la mia Acura. Ora, se dovessimo imbatterci in qualche tutore della legge, nessuno fa un cazzo di niente finché io non faccio qualcosa.
VINCENT: Capito.
WOLF: Che cosa ho detto?
JULES: Non fare un cazzo, a meno che...
WOLF: A meno che?
JULES: Non lo faccia lei per primo.
WOLF: Sei davvero un bambino prodigio. Riguardo a te, cowboy, sei capace di non giocare a "Mezzogiorno di fuoco"?
VINCENT: Signor Wolf, senta, il colpo mi è partito non so come. Sono lucido, glielo garantisco.
WOLF: Tanto basta. Al volante sono una scheggia, perciò stammi dietro. E se quando riprendo la mia macchina è diversa da come te l'ho data, Mostro Joe dovrà sbarazzarsi di due cadaveri. Va' via,
Rex!
JULES: Allora?
WOLF: Mai successo niente.
VINCENT: Bene.
WOLF: Ragazzi, vi presento Raquel. Un giorno tutto questo sarà suo.
RAQUEL: Ciao. Ma come vi siete vestiti, ragazzi? Andate a una partita di volley?
WOLF: Ah, ah, ah! Io vado con la signorina a fare colazione. Forse posso darvi un passaggio. Dove abitate?
VINCENT: A Redondo.
JULES: Englewood.
WOLF: Shh! Vedo... nel vostro futuro. Vedo... una corsa in taxi! Dovete uscire dai ghetti, ragazzi! Di' buonanotte, Raquel.
RAQUEL: Buonanotte, Raquel.
WOLF: Noi ci rivedremo in giro. E state lontano dai guai, pazzerelli!
JULES: Signor Wolf. Volevo solo dirle che è stato un vero piacere vederla al lavoro.
VINCENT: Sì, è così, e grazie infinite, signor Wolf.
WOLF: Chiamatemi Winston. Hai visto, signorina? Rispetto. Mi rispettano tutti, perché io ho carattere.
RAQUEL: Anch'io ho carattere!
WOLF: No, tu hai un caratteraccio! Non vuol dire che tu abbia carattere.
JULES: Prendiamo un taxi.
VINCENT: Mi è venuta un po' di fame. Ti va di fare colazione con me?
JULES: Ci sto.
VINCENT: Non so perché, ma lo facevo europeo o di quelle parti.
JULES: Sì, come no? Quello è europeo come le cascate del Niagara.
VINCENT: Sì, adesso lo so, ma prima...
JULES: Ma è stato forte o no?
VINCENT: Grazie.
JULES: Fortissimo!
VINCENT: Fortissimo.
JULES: Un vero duro! Nervi d'acciaio! Ma lo sai... lo sai... lo sai che non si è neanche incazzato quando gli ho rotto i coglioni?
VINCENT: Vuoi un po' di pancetta?
JULES: No, grazie, io non mangio maiale.
VINCENT: Perché, sei ebreo?
JULES: No, non sono ebreo. Non mi va la carne suina, tutto qui.
VINCENT: E perché no?
JULES: I maiali sono animali schifosi. Io non mangio animali schifosi.
VINCENT: Sì, ma la pancetta ha un buon sapore.
JULES: Ehi, un topo avrà anche il sapore di torta alla zucca, ma non lo saprò mai perché non lo mangio, quel figlio di puttana. I maiali dormono e grufolano nella merda, cioè sono animali schifosi. E
io non lo mangio un animale che si mangia le sue feci.
VINCENT: E il cane allora? Il cane si mangia le sue feci.
JULES: E perché, io mangio i cani?
VINCENT: Sì, ma tu consideri il cane un animale schifoso?
JULES: Non arriverei al punto di definire un cane schifoso, ma è sicuramente sporco. Ma un cane ha personalità. È la personalità che cambia le cose.
VINCENT: Allora in base a questa logica, se un maiale avesse maggiore personalità, non sarebbe più un animale schifoso. È così?
JULES: Beh, dovrebbe trattarsi di una maialina super affascinante! Insomma, dovrebbe essere dieci volte più affascinante di Piggy dei Muppets, mi sono spiegato?
VINCENT: Ah, ah, ah, ah, ah! Oh, meno male. Bene. Meno male, cominci a rilassarti. Te ne stavi lì seduto tutto serio...
JULES: Sì, stavo qui a pensare.
VINCENT: A cosa?
JULES: Al miracolo a cui abbiamo assistito.
VINCENT: Al miracolo a cui tu hai assistito. Io ho assistito a un avvenimento strano.
JULES: Che è un miracolo, Vincent?
VINCENT: Un atto di Dio!
JULES: E che è un atto di Dio?
VINCENT: Quando Dio rende possibile l'impossibile. Ma stamattina non era uno di questi casi.
JULES: Ah, Vincent, non vedi che queste stronzate non contano? Perché giudichi la cosa in modo sbagliato. Ammettiamo che Dio abbia fermato quei proiettili, o trasformato la Coca in Pepsi, o trovato
le chiavi della mia macchina. Non si giudicano cose del genere sulla base dell'utilità. Ora, se questo fatto che ci è capitato sia stato o no, secondo tutte le regole, un miracolo, è insignificante.
Ma quello che ha significato, è che io ho sentito il tocco di Dio! Dio c'era coinvolto.
VINCENT: Per quale motivo?
JULES: È questo che mi fotte il cervello. Non lo so, ma non posso far finta di niente.
VINCENT: Dici sul serio? Pensi veramente di mollare?
JULES: Questa vita?
VINCENT: Sì.
JULES: Certamente.
VINCENT: Fanculo! E poi che cosa farai?
JULES: È questo che stavo considerando, in effetti. Per prima cosa consegnerò questa valigetta a Marsellus. E poi praticamente mi metterò a fare l'asceta.
VINCENT: Che cazzo significa fare l'asceta?
JULES: Come Carradine in "Kung Fu". Vagare da posto a posto. Conoscere gente, vivere avventure.
VINCENT: E per quanto hai intenzione di fare l'asceta?
JULES: Finché Dio non mi piazza dove vuole mettermi.
VINCENT: E se Lui non lo facesse?
JULES: Se ci vorrà un'eternità, vagherò per l'eternità.
VINCENT: Così hai deciso di fare il barbone.
JULES: Sarò solamente Jules, Vincent. Niente di più, niente di meno.
VINCENT: No, Jules, tu hai deciso di fare il barbone, come quei pezzi di merda là fuori che chiedono uno spicciolo, dormono nei cassonetti e mangiano quello che butto via io. C'è un nome per questi,
Jules, si chiamano "barboni". Se non avrai un lavoro e poi una residenza, dei soldi in tasca, è questo che diventerai. Diventerai una merda di barbone!
JULES: Lo vedi, amico mio, è proprio qui che io e te siamo diversi.
RINGO: Gar�on! Caffè!
VINCENT: Jules, ascolta: quello che è successo stamattina, beh, sono d'accordo, è stato particolare.
CAMERIERA: "Gar�on" vuol dire ragazzo.
VINCENT: Ma l'acqua in vino, io...
JULES: Ci sono vari tipi di miracoli, Vincent.
VINCENT: Non parlarmi così, cazzo. Non te lo permetto.
JULES: Se le mie risposte ti spaventano, Vincent, allora lascia stare le domande che atterriscono.
RINGO: Nessuno che fa i ristoranti.
VINCENT: Ora devo andare al cesso. Voglio chiederti una cosa: quando hai preso la decisione? Mentre stavi seduto a mangiare la focaccina?
JULES: Sì. Stavo seduto a mangiarmi la focaccina e a bermi il caffè e a ripassare l'accaduto nella mia mente, quando ho avuto quello che gli alcolisti definiscono "il momento di lucidità".
VINCENT: Cazzo! Questa la continuiamo.
YOLANDA: Ti amo, zucchino mio.
RINGO: Ti amo, coniglietta mia.
RINGO: Nessuno si muova, questa è una rapina!
YOLANDA: E se per caso qualcuno di voi si azzarda a muoversi, io vi faccio secchi tutti fino all'ultimo, brutti figli di puttana! Avete capito? Restate seduti! Non vi muovete!
RINGO: I camerieri si gettino a terra, i clienti restino seduti! A terra, ho detto! Ho detto a terra, cazzo!
YOLANDA: Tu, vieni fuori di lì, sei troppo nascosto! Porta le tue signore a quel tavolo, quello là! Conto fino a dieci!
RINGO: I messicani fuori dalla cucina! State giù! Giù!
YOLANDA: Tre, quattro, cinque, sei, sette, otto...
RINGO: E tu che cazzo vuoi fare? Mettiti a terra, stronzo! Mettiti a terra, non ti muovere!
ASTANTE: Sì! Sì, sì, sì!
YOLANDA: Ehi, tu, tirami quei sacchetti!
RINGO: Muovetevi! Muovetevi! Che cazzo fate? Uscite dalla cucina! Fuori! Fuori! Muovetevi! Gettatevi a terra, cazzo! A terra! E tu stai fermo! Non ti muovere! Non ti muovere!
YOLANDA: Ehi, tu, nonnetto! A terra! Giù!
DIRETTORE: Sono il direttore di questo posto, e non c'è nessun problema. Non c'è nessun problema.
RINGO: Vuoi creare problemi? Per caso vuoi crearmi qualche problema?
DIRETTORE: No, signore, niente affatto, non voglio creare problemi.
RINGO: Vuoi crearmi qualche problema? Giù! Giù! Abbiamo un eroe qui, coniglietta.
YOLANDA: E allora che aspetti? Ammazzalo!
DIRETTORE: Ma guardate che io non ho nessuna voglia di fare l'eroe.
RINGO: Resta giù, stronzo!
YOLANDA: State giù!
DIRETTORE: Sono soltanto il direttore del locale.
YOLANDA: Il ristorante è nostro!
DIRETTORE: Per favore! Avanti, prendete quello che volete.
RINGO: Va bene, allora parla con i clienti.
DIRETTORE: Sì.
RINGO: Se non stanno calmi, li faccio fuori.
DIRETTORE: Sì.
RINGO: E presto sarà tutto finito.
DIRETTORE: Sì.
RINGO: Mi hai capito bene?
DIRETTORE: Sì. Statemi a sentire! Restate calmi. Collaborate! E tutta questa storia sarà finita tra un minuto.
RINGO: E ora a terra! Ben fatto. Aprite bene le orecchie! Ora passo a ritirare i vostri portafogli. Non dite nemmeno una parola! Metteteli in questo sacco. È tutto chiaro? Ho detto: è tutto chiaro,
cazzo? Bene, ora fuori i portafogli. Stai giù, dammi il portafogli.
ASTANTE: Sì.
RINGO: Nel sacco. Nel sacco. Nel sacco! Nel sacco. E tu che aspetti? Buttalo nel sacco. Laura? Laura? Le mance, nel sacco. È un cellulare quello?
ASTANTE: Sì.
RINGO: Bravo, nel sacco. Mettilo nel sacco.
ASTANTE: Ti do tutto.
RINGO: Così. Così. Ora sdraiati per terra. Per terra, cazzo! Nel sacco. Nel sacco. Nel sacco. Nella valigetta?
JULES: Il bucato sporco del mio capo.
RINGO: Il tuo capo ti fa lavare il bucato?
JULES: Quando lo vuole pulito.
RINGO: Sembra un lavoro di merda.
JULES: Strano, stavo pensando la stessa cosa.
RINGO: Aprila.
JULES: Ho paura di non potere.
RINGO: Non ho sentito.
JULES: Sì invece.
YOLANDA: Che cosa succede?
RINGO: A quanto pare abbiamo tra noi un vigilante.
YOLANDA: Sparagli in faccia!
JULES: Non voglio disilluderti, ma non è la prima volta che mi puntano addosso una pistola.
RINGO: Se non togli la mano da quella valigetta, sarà l'ultima.
DIRETTORE: La smetta di creare problemi! Ci farà ammazzare tutti! Gli dia quello che vuole, così se ne vanno!
JULES: Chiudi quella cazzo di bocca, non sono affari tuoi, palla di merda!
YOLANDA: Fermi!
RINGO: Buona. Stai calma, coniglietta. Nessun problema, è tutto sotto controllo. Ora conterò fino a tre. Se non apri quella valigetta, se non la apri, ti spappolo la faccia. È chiaro? Uno... due...
tre.
JULES: D'accordo, Ringo, hai vinto. È tutta tua.
RINGO: Aprila.
YOLANDA: Allora? Che cos'è? Che cos'è?
RINGO: È quello che penso che sia?
JULES: Hm-hm.
RINGO: È bellissimo.
YOLANDA: Accidenti, dimmi, che cos'è? Lascialo andare! Lascialo andare sùbito! Lascialo andare, ho detto!
JULES: La puttana stia quieta!
YOLANDA: Guarda che ti ammazzo! Ti faccio secco!
JULES: Di' "puttana sta' quieta"!
RINGO: Stai quieta!
JULES: Di' "puttana sta' quieta"!
RINGO: Stai quieta!
JULES: Dì a quella puttana di merda di tacere!
RINGO: Taci, coniglietta!
JULES: Dì a quella puttana di merda di calmarsi!
RINGO: Sta' calma, coniglietta!
YOLANDA: Ti ho avvertito!
JULES: Falla finita!
RINGO: Falla finita, coniglietta!
JULES: Bene. Ora dille che andrà tutto a posto.
RINGO: Andrà tutto a posto.
JULES: Promettilo!
RINGO: Lo prometto!
JULES: Dille di stare zitta.
RINGO: Sta' zitta, coniglietta.
JULES: Bene. Dimmi come si chiama.
RINGO: Yolanda.
JULES: Bene. Yolanda, non ti metterai a fare la stupida, vero?
YOLANDA: Non devi fargli del male.
JULES: Se ce ne stiamo quieti, nessuno si farà del male. Saremo tutti come tre piccoli Fonzie, noi qui. Com'è Fonzie, lo sai? Avanti, Yolanda, lo sai com'è Fonzie? Come?
YOLANDA: Quieto.
JULES: Brava! Hai vinto un mappamondo! Ed è esattamente quello che saremo. Noi saremo quieti. Ora, Ringo, conterò fino a tre. E quando arrivo a tre, voglio che molli sùbito la pistola, piazzi le mani
aperte sul tavolo e metti quel tuo culo a sedere. Ma quando lo fai, lo fai zitto e quieto. Sei pronto? Uno... due... tre.
YOLANDA: D'accordo, adesso lascialo andare!
JULES: Yolanda, credevo che saresti stata quieta. E invece tu alzi la voce e mi rendi nervoso. E quando divento nervoso mi spavento, e quando un figlio di puttana si spaventa, càpita che gli altri
figli di puttana vengano ammazzati.
YOLANDA: Giuro che se gli fai del male, tu muori.
JULES: Beh, pare proprio questa la situazione. Ma io questo non lo voglio, tu questo non lo vuoi, e Ringo, qui, sicuramente questo non lo vuole. Perciò vediamo che cosa si può fare. Dunque.
Esaminiamo la situazione. Normalmente le vostre budella si ritroverebbero sparpagliate nel locale. Ma per caso mi avete trovato in un periodo di transizione, perciò non voglio uccidervi. Voglio
aiutarvi. Ma questa valigetta non ve la posso dare, perché non appartiene a me. Non solo: ho passato troppi casini per questa valigetta stamattina per poi consegnarla a voi deficienti. Vincent! Stai
calmo. Yolanda, tutto a posto, piccola, tutto a posto.
YOLANDA: Ti ammazzo!
JULES: Stiamo ancora solo parando. Dai, punta la pistola su di me. Punta la pistola su di me! Ecco, così. Ehi, Vincent, tu fatti da parte. Non fare un cazzo di niente. Dille che va tutto
liscio.
VINCENT: Va bene.
RINGO: Va tutto liscio, coniglietta.
JULES: Come stai, piccola?
YOLANDA: Devo fare pipì. Voglio andare a casa mia.
JULES: Tieni duro, piccola, sei grande, sono fiero di te. Anche Ringo è fiero di te. È quasi finita. Dille che sei fiero di lei.
RINGO: Sono fiero di te, coniglietta.
YOLANDA: Ti amo.
RINGO: Anch'io ti amo, coniglietta.
JULES: Adesso voglio che tu guardi in quel sacco e trovi il mio portafogli.
RINGO: E qual è?
JULES: Quello con la scritta "brutto figlio di puttana". Eccolo, quello è il mio, "brutto figlio di puttana". Aprilo, tira fuori i soldi. Contali. Quanti sono?
RINGO: Circa 1.500 dollari.
JULES: Bene, mettiteli in tasca, è roba tua, con tutti gli altri portafogli e la cassa. Mi sembra che abbia avuto successo, il colpetto.
VINCENT: Jules, se regali 1.500 dollari a quel coglione, io gli sparo per principio.
JULES: No! Yolanda, Yolanda, lui non farà un accidente di niente, quel figlio di puttana. E sta' zitto, Vincent! Cazzo!
YOLANDA: Sta' zitto!
JULES: Su, Yolanda, non ti distrarre, piccola. Non glieli sto regalando, Vincent. Compro qualcosa con i miei soldi. Vuoi sapere che cosa sto comprando, Ringo?
RINGO: Cosa?
JULES: La tua vita. Ti sto dando dei soldi perché non mi va di farti saltare il culo. Tu la leggi la Bibbia?
RINGO: No. Di regola no.
JULES: Beh, c'è un passo che conosco a memoria. Ezechiele, 25:17. "Il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi.
Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre; perché egli è il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E
la mia giustizia calerà su di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare e a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del
Signore quando farò calare la mia vendetta sopra di te". Ora, sono anni che dico questa cazzata. E se la sentivi, significava che eri fatto. Non mi sono mai chiesto cosa volesse dire. Pensavo che
fosse una stronzata da dire a sangue freddo a un figlio di puttana prima di sparargli. Ma stamattina ho visto una cosa che mi ha fatto riflettere. Vedi, adesso penso: magari vuol dire che tu sei
l'uomo malvagio e io sono l'uomo timorato. E il signor Nove Millimetri, qui, lui è il pastore che protegge il mio timorato sedere nella valle delle tenebre. O può voler dire che tu sei l'uomo
timorato, e io sono il pastore. Ed è il il mondo ad essere malvagio ed egoista, forse. Questo mi piacerebbe, ma questa cosa non è la verità. La verità è che tu sei il debole e io sono la tirannia
degli uomini malvagi. Ma ci sto provando, Ringo, ci sto provando, con grande fatica, a diventare il pastore. Vattene.
VINCENT: Secondo me ora è meglio andarsene.
JULES: Sì, mi pare una buona idea.